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Gabriele Giordano: un artista eclettico consacrato alla scultura e all’astrattismo.

In una concisa intervista pomeridiana, Giordano ci ha fatto conoscere il suo mondo artistico. A breve una nuova mostra da lui organizzata

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Gabriele Giordano Gabriele Giordano © GG
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Intervista realizzata da Paolo Maurizio Insolia.
Gabriele Giordano ha ventinove anni, lavora in un’azienda di terrecotte a Montelupo Fiorentino, e da anni realizza opere destinate alle mostre e alla vendita. Mi racconta che si appassionò all’arte durante l’infanzia, periodo in cui cominciò a disegnare, perciò dopo la scuola media inferiore decise di iscriversi al liceo artistico Virgilio di Empoli. E’ qui che si innamora della scultura, in quanto affascinato dalla materia, intesa come qualsiasi materiale che abbia densità, e quindi occupante uno spazio preciso.
Prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti di Carrara, che con i suoi vasti laboratori e la disponibilità del pregiato marmo della città, è particolarmente adatta a chi nutre interesse per la scultura. Dopo la prima laurea si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove conclude il ciclo di studi.

Già all’università capisce che la sua vocazione non è verso l’arte figurativa, bensì verso quella astratta. La differenza tra le due consiste nel risultato finale: l’arte figurativa rappresenta qualcosa di reale, di immediatamente riconoscibile, mentre quella astratta dipinge e scolpisce forme irreali. L’arte astratta si presta bene alla ricerca sul materiale, primario interesse per Giordano. Con voce appassionata mi dice che ogni materiale ha delle proprietà specifiche, che lui sfrutta per realizzare opere peculiari. Un esempio è il ferro arrugginito, con cui ha ingabbiato delle pietre. Nei punti in cui la pietra veniva a contatto con la ruggine, quest’ultima le lasciava una traccia, ovvero un abbozzo di colore. A proposito della pietra: con questo tipo di roccia il suo processo creativo si basa sullo scolpirne le venature, mettendone quindi in risalto i dettagli e le caratteristiche.

Giordano ha lavorato innumerevoli materiali: la pietra, il legno, l’argilla, perfino il poliuretano espanso, che viene utilizzato principalmente nell’edilizia per supportare pavimentazioni o coperture soggette a carichi pesanti. Giordano è anche un pittore, e utilizza le tecniche della Fluid painting e della pittura acrilica su tela. Parlando delle sue opere pittoriche, si è soffermato sui labirinti interpretativi, ovvero forme astratte che ricordano le macchie di Rorschach - particolari figure dalle molteplici interpretazioni che vengono utilizzate in psicologia allo scopo di indagare la personalità dei pazienti -. “In realtà” afferma Giordano “è il labirinto a interpretare lo spettatore, e non il contrario, in quanto fa scaturire immagini e pensieri inconsci.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con la tua arte?

“Non c’è un vero e proprio messaggio nelle mie opere. Il messaggio è una prerogativa dell’arte figurativa. Io creo perché farlo mi rende felice, e non ne posso fare a meno. Non c’è un angolo di casa mia in cui non ci sia un’opera d’arte, giardino compreso.”

Continuiamo la discussione sulle possibilità che offre l’Italia in questo campo, e afferma che da noi è difficile vivere di sola arte.

“Guarda Firenze: i turisti ci vengono per ammirare unicamente l’arte rinascimentale. Palazzo Strozzi organizza mostre di arte contemporanea, e lo stesso fanno alcune gallerie private, ma dobbiamo e possiamo fare molto di più. Paesi come la Svizzera e gli Stati Uniti sono molto più avanti di noi. A Basilea ad esempio c’è l’Art Basel, una fiera immensa dove si possono acquistare opere di artisti contemporanei.”

Giordano mi spiega che la strada per farsi conoscere dal pubblico, e di conseguenza vendere le proprie opere, è approcciarsi a una galleria.

“Ho partecipato a concorsi e a esposizioni. Fortunatamente mi sono state commissionate diverse opere, ma farsi conoscere non è un’impresa semplice. Nell’ultimo periodo ho deciso di promuovermi da solo. Insieme a Ginevra Sistri ho infatti creato M.A.I. (movimento artistico indipendente), un collettivo di artisti emergenti con cui organizzo eventi, nato dopo Confluenze, la prima mostra da me organizzata, che si è svolta a casa mia a luglio del 2022. In quell’occasione hanno esposto le loro opere più di trenta artisti di diversi indirizzi. Oltre ad essere stata apprezzata dal pubblico, Confluenze mi ha portato fortuna in amore: subito dopo infatti mi sono fidanzato con Irene, il cui contributo nella realizzazione delle mostre successive è stato fondamentale. In seguito io e i ragazzi di M.A.I. abbiamo allestito, grazie anche all’aiuto dell’associazione Pro Loco, la mostra Dopo Altamira, svoltasi al Castello di Signa dal 15 al 22 luglio 2023. I temi centrali erano la scienza e l’arte, due mondi distanti che abbiamo fatto incontrare in un ambiente ricco di cultura. Siamo tutti soddisfatti perché ha avuto un ottimo successo.”

Dopo avete organizzato altro?

“Sì” risponde, “una mostra a Lastra a Signa il 25, 26 e 27 agosto scorso, allo Spedale di Sant’Antonio, avente come tema il viaggio. In quel caso hanno esposto meno artisti ma con un maggior numero di opere a testa. In più, il 9 settembre scorso c’è stato un Live Painting - pittura dal vivo - nei giardini del castello medievale di Signa. Oltre alla pittura c’è chi si è dilettato nel creare sculture. Una ragazza ha perfino eseguito il Body painting - pittura del corpo - su una ragazza presente. L’atmosfera era fantastica anche per via della festa medievale.

Ci congediamo dopo aver parlato dei suoi progetti futuri.

“Stiamo cercando di organizzare un’altra mostra” mi dice. “Ancora è da decidere quando e dove, ma sicuramente sarà nei prossimi mesi.”

Autore: Paolo Maurizio Insolia

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