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Giornalismo e politica. Due episodi che mettono a nudo la doppia morale della sinistra

Due episodi ravvicinati ma entrambi sgradevoli che smascherano la realtà della sinistra italiana: la doppia morale...

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Il segretario di Più Europa e l'offesa alla Premier Il segretario di Più Europa e l'offesa alla Premier © N. c.
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L’Editoriale di Nadia Fondelli.
Nei giorni scorsi due episodi, distinti ma per certi versi simili e assimilabili, mi hanno fatto riflettere molto sulla (doppia) morale della sinistra italiana in tema di parità di genere e simili.

Partendo dal presupposto che la parola stessa “parità di genere” personalmente mi fa orrore — perché sogno un mondo dove la parità e la meritocrazia siano alla base del vivere civile — sono rimasta, come dicevo, molto colpita da due episodi: l’aggressione verbale da parte di un europarlamentare e quella proveniente dal popolo del Gay Pride.

Partiamo dal primo caso, accaduto venerdì scorso davanti alle telecamere della trasmissione di Rai3 Far West.

La collega di Giornaliste Italiane, Manuela Iatì inviata della trasmissione, in occasione della prima uscita pubblica dell’ex sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, come candidato alla presidenza delle Marche, è stata offesa dall’europarlamentare con la frase: “Siete al servizio di Fratelli d’Italia”.

La “colpa” della giornalista? Avere fatto il suo mestiere, ovvero porre domande scomode. In particolare, ha chiesto chiarimenti a Ricci sul conferimento degli incarichi a Daniele Vimini (suo ex assessore), censurato dall’Autorità Anticorruzione, e sulla vicenda nota a Pesaro e dintorni come “Affidopoli”.

Un fatto grave, che solo per i sospetti dovrebbe bastare a stoppare la sua candidatura. E invece niente: la morale della sinistra è doppia.

In soccorso della collega offesa sono intervenuti in molti:

  • la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) ha dichiarato: “L’educazione nei confronti dei giornalisti che pongono domande facendo il loro mestiere è civiltà. E in questo Matteo Ricci ha gravemente peccato”;
  • il sindacato Unirai ha espresso “piena solidarietà alla collega Rai, oggetto di un attacco inaccettabile durante lo svolgimento del proprio lavoro giornalistico. Condanniamo con fermezza il comportamento di Ricci, che ha superato ogni limite del confronto civile e professionale. Chiediamo pubbliche scuse”.

Da parte di Matteo Ricci — evidentemente ossessionato anche lui dal centrodestra che governa (e che grazie ad affermazioni come la sua rischia di governare a lungo) — nessuna scusa. E la sensazione che, se il buongiorno della sua candidatura a Presidente delle Marche si vede dal mattino, non sarà certo un bel giorno…

Due giorni dopo, a Roma, in occasione del Gay Pride, altre perle di “gentilezza” da parte di coloro che professano parità di diritti.

Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, si è mostrato durante la sfilata con un cartello “ironico” che in un gioco di parole offensivo e sessista definiva la Premier “amica dei dicktators”, con l’immagine di Giorgia Meloni truccata da pagliaccio.

“Amica dei dittatori” si potrebbe pensare a una lettura veloce, ma c’è di peggio: Magi e compagni sono sottili nelle loro offese, e hanno inserito nel cartello la parola inglese “dick”, che in italiano significa pene.

Dunque, il segretario del partito che più predica uguaglianza dei diritti cade sulla buccia di banana di insultare (ancora!) la Premier in quanto donna.

Purtroppo non si tratta di un caso isolato.

Tutto il corteo è stato preso in ostaggio dalla sinistra: insulti gridati, sagome della Meloni e di Trump a testa in giù.

La sinistra dei diritti, delle campagne mediatiche, con cantanti, attrici e intellettuali che difendono le donne… e poi sbraitano e insultano una donna, Giorgia Meloni, colpevole solo di non essere di sinistra.

Un atteggiamento non nuovo, e purtroppo non sarà l’ultimo.

Ha fatto arrabbiare persino il direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, uno che i Gay Pride in passato li ha frequentati e persino organizzati, e che certo non può essere tacciato di omofobia o di simpatia per l’estrema destra.

In un suo editoriale, Cerno mette a nudo l’intento ideologico di certe manifestazioni che, più che celebrare i diritti, vomitano odio contro personaggi sgraditi e contemporaneamente offrono lodi sperticate e solidarietà a regimi dove gli omosessuali vengono lapidati o gettati dalle finestre.

Anche in questo caso: nessuna scusa, nessun passo indietro. Solo silenzio da parte dei paladini della parità.

Quanto è brutta, la doppia morale della sinistra.

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