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Conclusa la riscrittura della lapide del plebiscito

Una lapide marmorea che elenca non solo i risultati della prima consultazione popolare della Toscana.

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La lapide La lapide © NN
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Non fu davvero cosa facile organizzare un plebiscito  dall’ 11 al 12 marzo del 1860 con esito finale previsto il 15 dello stesso mese. I comuni, ancora guidati dal gonfaloniere, non possedevano uffici anagrafe ben organizzati da cui attingere i nomi degli aventi diritto al voto, votavano allora tutti i maschi alfabeti di età dai 21 anni in su. Pertanto si dovette ricorrere per gran parte dei seggi agli archivi parrocchiali che possedevano i “Libri delle Anime”, onde attingere gli elettori viventi in quella circostanza. Naturalmente molte sezioni elettorali furono allestite nelle parrocchie, nei circoli parrocchiali e negli oratori. Di questo evento San Piero a Sieve conserva una lapide marmorea che elenca non solo i risultati della prima consultazione popolare della Toscana, ma ne fissa in modo originale la data e l’orario dell’evento.

Ci possiamo immaginare Firenze in Piazza della Signoria con tutti i fiorentini in attesa della proclamazione dei risultati : l’attesa è spasmodica, si tratta di sapere se si continuerà ad esser governati da un Governo autonomo, erede di un Granducato prima mediceo poi passato alla casa d’Austria, oppure se viene scelta la soluzione di rottura col passato e in linea con l’evolversi del desiderio di confluire nel Regno Costituzionale di Casa Savoia, espresso da Vittorio Emanuele II. Mentre si discute animatamente in piazza sull’esito della consultazione, il tempo passa inesorabile e i risultati si fanno attendere. Interviene allora d’imperio il presidente della commissione elettorale, il marchese Bettino Ricasoli, che sembra abbia ordinato di arretrare le lancette del grande orologio di Piazza della Signoria in modo da poter comunicare i dati alle “ore 11 pomeridiane e 55 minuti” del 15 marzo 1860.

I dati riportati sono i seguenti : Toscani votanti 386.445; voti per l’unione alla monarchia costituzionale 366.571; pel regno separato 14.926; nulli 4.949.

Questa lapide non porta il promotore della stessa, ma dalle ricerche effettuate sull’elenco dei sindaci dal signor Carlo Forasassi, risulta che il conte Luigi Guglielmo Cambray Digny, sindaco dal 1859 al 1865, abbia promosso l’iniziativa anche perchè legato da una particolare amicizia col re Vittorio Emanuele II di Savoia. Il Comitato 2012, nello spirito di rivalutare i ricordi storici di San Piero a Sieve, ha promosso e fatto eseguire il 21 dicembre 2023, in accordo con la Soprintendenza e  l’amministrazione comunale, la riscrittura di questa originale lapide, resa illeggibile dallo scorrere del tempo.

                                                                                             

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