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"Quando si andava da Pallino". Ricordi di un ragazzo di qualche anno fa

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Quando si andava da Pallino. Ricordi di un ragazzo di qualche anno fa Quando si andava da Pallino. Ricordi di un ragazzo di qualche anno fa © n.c.
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La perdita di Luciano Barletti ha fatto eco in Borgo San Lorenzo; per la persona ma anche per quello che ha rappresentato per molte generazioni di borghigiani. Girovagando per la rete ci siamo imbattuti in un articolo scritto da Marco Santini il 1 Novembre del 2011 e pubblicato sul suo gruppo Facebook che per l'appunto si chiama "Pallino e l'Ape". Uno spaccato di una gioventù, ormai cresciuta, che lascia dei ricordi molto belli nella speranza che possano essere di stimolo ai giovani di oggi per ritrovare quella socializzazione che probabilmente si è un pò persa.

Siamo negli anni 75/80 in un paese della provincia Fiorentina, dove si lavora nel commercio, qualche industria e intorno tanta campagna. Un gruppo di giovani più o meno studenti, sceglie un bar nella piazza centrale, il “Bar Pallino” come fulcro dei loro incontri e questo luogo diventa il centro della loro vita sociale. Da Pallino si va dopo la scuola, ma a volte anche durante, si va prima e dopocena, prima della discoteca e del cinema, ma soprattutto si va appena possibile per stare con gli amici e un ritrovo abituale, un amico c’è sempre Siamo in un periodo dove ancora non esiste il telefonino, niente internet e niente Facebbok.

La famiglia, lo studio, sono pause di Pallino, è là che si arriva con la nuova auto, si parte per scollinare in città, oppure si sta fino a notte fonda seduti in cerchio come in un accampamento indiano a raccontare storie di viaggi, avventure amorose. Si ascoltano i racconti dei più grandi, si lasciano a bocca aperta i più giovani.

Da Pallino prima o poi ci passano tutti. ci passano i genitori che ti vorrebbero a casa a studiare, ci passa il prete che ti vorrebbe in chiesa, ci passano i carabinieri che cercano una moto che ha calato i ponti a folle velocità. Ci passa la ragazza che diventerà la donna della tua vita, la madre dei tuoi figli.

E dopo Pallino , anche se è tardi non si va a letto, ma si va a chiudere la serata con una spaghettata nel ristorante a gestione familiare che si chiama Ape Regina. Beppe il boscaiolo e il titolare , i figli gemelli, detti gli uguali sono i camerieri che corrano tra i tavoli e la cucina passando per la porta stile western e in cucina c’è lei, la cuoca, la vera regina dei fornelli, lai moglie di Beppe- La pendola rintocca l’una di notte e tutti all’unisono si alzano in piedi e cantano: t’adoriam ape regina ... t’adoriam ape d’amor e cantano ancora in coro finchè la cuoca non esce fuori e allora tutti brindano e applaudono alla cuoca .

Questa è la storia di un gruppo di amici, una compagnia di ragazzi e ragazze che crescevano in un ambiente sano, con qualche raro spinello, qualche bicchiere di vino rosso ma senza esagerare, insomma ragazzi con la testa sulle spalle, impegnati a scoprire la vita, cercando di passare nel migliore dei modi la loro bella gioventù. I bambolottini così gli chiamava qualcuno, per sottolineare quando fossero coccolati dai loro genitori che non gli facevano mancare un’auto sotto il culo, qualche soldino in tasca e tanta libertà, ma vigilata alla giusta distanza.

Coìi i bambolottini crescevano tra vacanze al mare, settimane bianche in montagna, viaggi all’estero, e tante serate trascorse insieme a divertirsi e in ogni istante del loro tempo libero e ne avevano abbastanza, vivevano intense esperienze sempre partendo da Pallino e concludendo la giornata con una piatto all’Ape.

I Bambolottini era l’unione di diverse storie, di diverse età da Nando il più “vecchio” del 52 tipo introverso, di gran stile, perfetto nel vestire, compagno leale e fidato, c’era il Luna del 56 molto lunatico, lo scaltro Cesello che come il nevrotico Jimmi Pinza era del 57, il nucleo del gruppo era del 58 con il Gherro forte e disposto a tutto per un amico, il Pesce sportivo e dinamico e i due Gigi: Gianluigi più tranquillo posato sul tè e le caramelle di menta, Luigi portatore delle nuove tendenze, il riccioloso Pietro, simpatico, dalla battuta sempre pronta, poi c’erano i più giovani Simone grande esperto di musica amante dei Rolling Stones tanto da assomignare a Mike e il Pesta del 61. E le bambolottine erano le ragazze del gruppo, ragazze belle e capaci di tenere testa alle mille risorse dei maschi e anche se non sembravano erano loro a dettare le danze: Grazia e Patrizia che si muovevano da Luco, Rita la cittadina all’avanguardia grande amica della Barubia caparbia e tenace, la Paolina molto educata e tranquilla, la bionda e bella Nadia e l’Angela.

Questi più o meno erano i componenti del gruppo dei bambolottini, un gruppo aperto nel senso che ognuno si faceva le proprie esperienze, se ne andava, si allontanava ma prima o poi tornava a raccontare alla compagnia la sua esperienza. Aperto perché spesso entrava qualcuno nuovo e ne frequentava le abitudini, ma poi non reggeva il ritmo e ne usciva come era arrivato lasciando un ricordo una parte di quelle che oggi sono le storie di gioventù.

Marco Santini

Foto in alto: Pubblicata da Luca Varlani in "antiche cartoline del Mugello".

 

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Commenti 4
  • 'Carissimi...'. Una lettera di Don Milani su Facebook ~ OK!Mugello

    […] gruppo Facebook “Pallino e l’Ape” (di cui abbiamo dato notizia quinel Febbraio 2016) sono state pubblicate delle immagini di una cartolina a firma “Don […]

    rispondi a 'Carissimi...'. Una lettera di Don Milani su Facebook ~ OK!Mugello
    sab 30 luglio 2016 05:01
  • cinzia

    Prima di tutto Luciano, poi arrivava il "Bar Pallino ", questo era per i ragazzi del "G. & G. " Loro hanno fatto la storia dei ragazzi di Borgo San Lorenzo, insieme al loro Luciano i dopo sono tutti eredi, si aggregavano ai "Vecchi" , li copiavano in tutto, a partire dalle settimane bianche, fino al Carnevale e Discoteche e Lui diceva: ecco i piccoli. Lui, Luciano, sempre attento agli amici del suo " Ragazzo ", con Andrea, il Ciaba. il Cester, il Dolly, il Sansa, il Garbaccio, il Pelliccia il Lisi l'Omaro ecc, come li chiamava Lui, Luciano ed il suo Bar erano una cosa sola, in quel periodo non c'erano distinzioni tra giovani, i bambolotti non esistevano, infatti era una grande compagnia, tutti insieme anche ragazzi dei Comuni limitrofi. Basta vedere le vecchie foto dei carri mascherati. Luciano, sarai sempre con noi. Ad alcuni di quei ragazzi che ti aspettavano Lass, e li troverai, mi raccomando dai un'occhiata di traverso come

    rispondi a cinzia
    gio 11 febbraio 2016 10:36
  • cinzia

    hai fatto sempre tu. La tua amicizia per me stata grande, anche per il mio "DOPO". Ho avuto una grande soddisfazione quando ho presentato a Luciano, 4 anni fa, i ragazzi di Ronta, che partecipano al carnevale dei ragazzi ricordando i vecchi tempi e le diverse esperienze, siamo noi adulti ha non far perdere le tradizioni di questo bel paese, basta insegnarle ai giovani , fargli capire che non sempre bello solo apparire e quello che esiste non solamente bei ricordi.

    rispondi a cinzia
    gio 11 febbraio 2016 10:36
  • aldo giovannini

    Grazie cari amici per questo ulteriore ricordo di "pallino".

    rispondi a aldo giovannini
    mer 10 febbraio 2016 09:56