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Queste spese possono essere detratte: l'incentivo che molti genitori ignorano

Detrazioni per le attività sportive dei figli: come funziona l'incentivo, chi può beneficiarne e quali limiti sono previsti dalla normativa.

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soldi 21-11-2025 soldi 21-11-2025 © N. c.
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Detrazioni per le attività sportive dei figli: come funziona l'incentivo, chi può beneficiarne e quali limiti sono previsti dalla normativa.

L'attenzione verso il benessere dei più giovani ha riportato al centro del dibattito una misura fiscale che molti genitori conoscono solo in parte. Si tratta della detrazione prevista per le attività sportive dei figli minorenni, un'agevolazione che, pur presente da anni, viene ancora ampiamente sottoutilizzata.

Con l'aggiornamento delle regole valide per il 2025, questo incentivo torna d'attualità e invita le famiglie a valutare con maggiore consapevolezza le opportunità offerte dalla normativa.

La possibilità di recuperare una parte degli importi versati attraverso la dichiarazione dei redditi rende questo beneficio particolarmente significativo, soprattutto in una fase in cui costi e tariffe tendono ad aumentare. 

Come funziona la detrazione e chi può beneficiarne

La normativa consente di detrarre il 19% delle spese sostenute per i ragazzi tra i 5 e i 18 anni, includendo le iscrizioni annuali e gli abbonamenti a palestre, piscine, associazioni sportive e ad altre strutture dedicate alla pratica dilettantistica. Il limite massimo detraibile per ciascun figlio è fissato a 210 euro, una soglia che permette di ottenere un risparmio fino a 39,90 euro. La somma può essere suddivisa tra i due genitori, a seconda di chi abbia sostenuto concretamente la spesa, e vale anche per i figli fiscalmente a carico.

Come funziona la detrazione e chi può beneficiarne

Chi possiede un reddito complessivo fino a 120.000 euro può beneficiare dell'agevolazione in misura piena. Oltre questa soglia, il vantaggio fiscale inizia progressivamente a ridursi fino ad annullarsi al raggiungimento di 240.000 euro. Dal 2025 entreranno inoltre in vigore ulteriori limiti per chi supera i 75.000 euro di reddito, confermando un'impostazione che lega sempre più il beneficio alla situazione reddituale della famiglia.

Un altro elemento spesso sottovalutato è l'individuazione delle strutture ammesse. Le associazioni sportive devono riportare nella denominazione la finalità sportiva e la natura dilettantistica. Le palestre, le piscine e gli altri impianti devono essere destinati alla pratica sportiva non professionale e possono essere gestiti sia da soggetti pubblici sia privati. Questo chiarimento, introdotto dal decreto del Ministro per le Politiche giovanili e delle Attività sportive insieme al Ministero dell'Economia, aiuta a orientarsi tra le molte realtà presenti sul territorio.