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Si mette a casa per assistere la madre. Ma aveva già esaurito i due anni di legge 104. Disavventura di una lettrice: "E ora come farò? E giusta questa legge?"

Anni fa ha assistito il padre colpito da ictus. Ora la madre è malata terminale. A casa già da un mese ha scoperto di aver esaurito i due anni della 104. E ora?

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Sono figlia unica e con entrambi i genitori invalidi al 100% che hanno bisogno della presenza della figlia per visite e quant'altro si trova dietro a patologie importanti. A Novembre ho fatto richiesta per il congedo parentale per assistere mia madre che è malata terminale.... La risposta mi è arrivata solo due fa: nella quale mi viene detto che ho avuto riconosciuti solo otto giorni.

Mi hanno detto riguardo la legge.... visto che ho usufruito diversi anni fa per assistere mio padre, ad oggi non posso più usufruire di niente per assistere la mamma. È bene che tutti sappiate che secondo me è una vergogna....e che queste leggi non vanno bene.... Come nel caso della nuova legge entrata in vigore dal 1 Gennaio, che prevede che i malati oncologici per le loro cure "salva vita" debbano pagare privatamente i trasporti.....

Questa è la lettera arrivata in redazione nei giorni scorsi da una cittadina di Borgo San Lorenzo. Noi di OKMugello, incuriositi dalla lettera, ieri abbiamo parlato con lei e ci siamo fatti spiegare meglio la sua situazione. Ci ha confermato che svariati anni fa ha usufruito della legge 104 ottenendo un congedo parentale di quasi due anni per assistere suo padre colpito da ictus (situazione poi stabilizzatasi anche grazie al ricorso ad una badante). Ora, tornata al lavoro da anni, ha di nuovo chiesto, rivolgendosi ad un patronato, la 104 per la madre malata oncologica terminale. Inizialmente non sarebbero emersi ostacoli e lei si è messa a casa, in accordo con la sua ditta, in attesa di 104 per l'ultima settimana di novembre e per il mese di dicembre. Ma la risposta poi avuta da Inps è stata che ormai ha esaurito il congedo previsto (2 anni) dalla 104 per tutta la sua vita lavorativa (le sono stati riconosciuti solo gli otto giorni lavorativi per i quali non aveva usufruito prima). E ora si trova in grave difficoltà sia con la madre da assistere sia con la sua ditta che l'aveva intanto 'messa a casa' per il mese di dicembre (ora formalmente 'scoperto'). "Dovrò così - afferma .- ricorrere ad una aspettativa non retribuita? Ma questo è giusto in un paese civile per una persona che ha i genitori da assistere?".

In effetti Inps, anche sul suo sito internet, parla chiaro sulla durata massima di due anni:

La domanda ha validità a decorrere dalla sua presentazione. È possibile richiedere fino a un massimo due anni di congedo straordinario nell'arco della vita lavorativa: tale limite è complessivo fra tutti gli aventi diritto per ogni disabile grave. Pertanto, chi ha più di un familiare disabile può beneficiare del congedo per ciascuno di essi, ma non potrà comunque mai superare i due anni. Infatti, non è previsto il cosiddetto “raddoppio”.
Fonte Inps

Insomma, nessun disservizio o applicazione non corretta della legge. Solo la riflessione della lettrice che si chiede se tale legge sia giusta o meno. A ciascuno le sue considerazioni...

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