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Storie mugellane. Racconti da Cafaggiolo e Panna...

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Storie mugellane. Racconti da Cafaggiolo e Panna... Storie mugellane. Racconti da Cafaggiolo e Panna... © n.c.
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Come abbiamo ampiamente descritto e pubblicato sul Sito Web OK!Mugello, gli eventi che hanno portato i due maggiori castelli medicei mugellani (Cafaggiolo e il Trebbio), entrati a pieno diritto nel Patrimonio Unesco e il relativo incontro nel parco di Cafaggiolo, voluto dalla famiglia Lowenstein per degnamente festeggiare questo importante e straordinario riconoscimento mondiale, e parallelamente la presentazione nel Palazzo dè Vicari di Scarperia  di un documentario realizzato dal regista Luca Pagliai con il supporto del Gruppo San Pellegrino e il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente, documentario dal titolo “Storia d’Acqua” e più specificatamente il percorso (oltre 10 km. incredibile!) di quella inesauribile risorsa della famosa e leggendaria Acqua Panna, ovvero la secolare sorgente  di quel incantevole luogo mugellano.

Anche se in ritardo per tante ed ovvie ragioni estive, in questo nostro intervento, tralasciando prima le polemiche che ne sono sorte sul futuro di quella che sarà la futura struttura ricettiva (quante lettere sul nostro Sito!) e tralasciando anche quella che è la storia ufficiale, ormai conosciuta, studiata, letta e riletta, vogliamo dilettarci nel portare a conoscenza alcuni aneddoti, piccole storie, inedite e simpaticissime avvenute in quei luoghi - Cafaggiolo e Panna (Il Trebbio lo lasciamo per altra occasione) - dove i Medici nel corso dei secoli, fra ‘400 e 700, si dilettavano a villeggiare, cacciare, pescare, banchettare, festeggiare, ospitare, incontrare.

Tutto questo ce lo offre il Cav. Prof. Giuseppe Baccini (1850 -1920), uno dei più fini storici mugellani, il quale essendo stato un solerte funzionario dell’Archivio di Stato di Firenze, riporta in un suo preziosissimo e raro libretto, riguardante le Ville del Trebbio e di Cafaggiolo, datato 1897, per i Tipi della Tipografia Baroni e Lastrucci (via dell’Oriuolo 33), tante succose parentesi di vita vissuta, scegliendole alcune per il diletto dei tanti amici amanti di storia mugellana.

Il Baccini ovviamente con la sua proverbiale meticolosità riporta alla luce la storia dei Medici, poi una volta espletato questo percorso, entra nella vita giornaliera, di quello che comunemente avveniva  in quei luoghi, in tanti anni, per non dire secoli.

Siamo nel 1479 ed a Cafaggiolo Lorenzo il Magnifico e la moglie Clarice Orsini (ebbero dieci figli fra i quali: Lucrezia (1470-1553), sposò Jacopo Salviati, fu madre di Maria Salviati e nonna di Cosimo I de' Medici; Piero (1472-1503) Signore di Firenze, sposò Alfonsina Orsini; Maddalena (1473-1519) sposò Franceschetto Cybo; Contessina Beatrice (1474-1475); Giovanni (1475-1521) il futuro Papa Leone X; Luigia o Luisa (1477-1488), promessa sposa a  Giovanni il Popolano, deceduta bambina; Contessina (1478-1515) sposò Piero Ridolfi; Giuliano (1479-1516) Duca di Nemours, sposò Filiberta di Savoia), dunque i figli del Magnifico sotto la scuola del Poliziano, di Luigi e Luca Pulci, Donatello  e  Pico della Mirandola, oltre ai francescani del Bosco (Bosco ai Frati), studiano e imparano.

In quell’anno (1479), il figlioletto Piero sotto dettatura del Poliziano scrive al padre Lorenzo a Firenze la seguente letterina riguardo ai fratellini“ – Giugliano pensa a ridere e nient’altro; la Lucrezia cuce, canta e legge; la Maddalena batte le capate  nel muro ma senza farsi del male; la Luisa dice già parecchie cosine; la Contessina fa un gran chiasso per tutta la casa; Giovanni (futuro Papa X) comincia ancor lui a pigliare i primi elementi, et pare al maestro che sia d’ingegno da haverne onore -“. Molto carina la letterina di Piero, ancor giovinetto, al padre, il Magnifico.

Un salto di un secolo. Siamo nel 1571 e durante una visita a Cafaggiolo, il Granduca Francesco I° e Bianca Cappello (morirono uno dopo l’altro alla villa di Poggio a Caiano nel 1587), si portarono alla Chiesa di Santa Maria a Olmi e il Bronzino (Alessandro Allori), ospite del Priore Rinieri, la raffigurò in “fresco” all’interno della canonica.

Dopo qualche anno in una lettera segreta si legge:”- La Bianca  era malata di... e tormentata aveva  le mani tutte piene di calli screpolati. Stette malata molte settimane e le attaccò il male al Granduca Francesco I° e quando andò a Roma a visitare Pio IV tornò tutto pelato (sic!) e mai divenne vigoroso –“ E’ chiaro, aggiungiamo noi, che non erano i …calli!!.

Come è noto a Cafaggiolo operò per tanti anni una officina di ceramiche nota in tutto il mondo, con i manufatti che venivano richiesti da moltissimi notabili e nei diari dell’Archivio di Stato si leggono le tantissime committenze che giungevano ogni dove.

E’ simpaticissimo leggere una lettera inerente proprio ad alcune committenze  scritta da Francesco Zeffi, fattore di Francesco I° : “ – Spectabilis, unita alla presente  havvi una lettera per Antonio di Bernardo dè Medici, fate ch’ei la riceva. Gli si mandano due tazze coi loro coperchi, ch’egli mi ha richiesto.

Si manda anche una tazza ed il coperchio per Marc’Antonio Gondi (i Gondi possedevano molti possedimenti nel Mugello fra cui la monumentale Villa La Quiete a San Cresci in Valcava – ndr), e quattro vasetti per Giovanmaria che ha lui li manda il nostro padrone Lorenzo.

Fate che ognuno abbia il suo. Direte anche a Carlo Aldobrandini (come è noto gli Aldobrandini avevano una sontuosa Villa in località I Cini a Faltona – ndr),  che le sue stoviglie sono cotte e che gli invierò fra poco.

Lì 26 settembre 1521, in Cafaggiuolo - “. Tralasciando l’omicidio di Pietro dè Medici nei confronti della moglie Eleonora di Toledo in una stanza matrimoniale di Cafaggiolo (1576),  andiamo nel ‘600 e il nuovo Granduca Ferdinando I°, fra le sue residenze estive, ama soprattutto Cafaggiolo e con la moglie, Maria Cristina di Lorena e il loro figlioletto Cosimo (sarà poi Cosimo II°), il villeggiare, cacciare, pescare, banchettare, ospitare, festeggiare e quant’altro, diviene un pò il “leitmotiv” del Granduca e della sua corte.

Anche in questo caso il diario della sua presenza a Cafaggiolo nel Mugello è copiosissimo. Stralciamo qualche simpatico episodio, con toponimi molto cari ai mugellani: “ – A di  14 settembre 1601, S. Altezza andò  a caccia al Carlone a Vaglia e poi a desinare a Gagliano alla Villa del Monte; 23 Ottobre 1603, S.A.  andò alla Fortezza di San Martino a San Piero a Sieve a vedere il granaio e altre cose della fortezza, la quale è guardata dal Capitano Cesare Sabatini di Fabriano;  26 ottobre detto, S.A. andò a pescare a San Piero a Sieve (nella Sieve o nella Carza!! – ndr), dove prese una gran quantità di pesci, poi a caccia al Carlone e a desinare a Cafaggiolo; 18 ottobre 1607, S.A. andò con la corte a caccia al Trebbio e poi a San Giovanni in Petrojo; il 29 detto S.A. andò a desinare con Madama  alle Cascine di Panna, etc,etc – “.

Potremo seguitare molte volte ancora nel descrivere le giornate  che i Granduchi passavano a Cafaggiolo, o anche i tanti episodi che caratterizzarono la Villa sotto il  Granducato degli  Asburgo-Lorena, dopo la fine della stirpe medicea, o quel che avvenne  durante  la proprietà del maniero della Famiglia dè Principi Borghese di Roma.

Lo scritto sarebbe troppo lungo, quindi addentriamoci brevemente sulla Cascina o la Villa di Panna, che come abbiamo letto era meta dei Granduchi per la caccia. Panna com’è noto, era una delle tante cascine di caccia dei Medici nel Mugello (come la Villa Baccioni a La Torre, la villa di Poggio Bartoli a Molezzano, la Villa Borgioli a Valdastra, Villa Il Sassuolo a San Piero a Sieve, etc,etc) e come si è letto nel diario del Baccini, spesse volte la corte medicea si portava in quell’incantevole luogo dove sprizzava una acqua freschissima e buonissima.

La cosa più simpatica fu nel 1650 ca., quando il Granduca Ferdinando II, dopo aver visto passare un corteo  a Firenze con alcuni cammelli, volle portarne quattro cinque a Panna sotto la vigilanza di un guardiano arabo.

Si racconta che un contadino del luogo quando si trovò improvvisamente davanti uno di questi animali svenne dal terrore e poveretto non si riprese…più. Ma la cosa ancor più buffa fu quando Ferdinando II°, volle separare i cammelli maschi dalle femmine, trasferendo i primi nella tenuta di San Rossore; poi…morirono tutti (!!).

Dopo l’estinzione della famiglia Medicea, Panna, sempre per la copiosa cacciagione in quei contrafforti appenninici (lepri, starne, quaglie, fagiani, lodole, pernici, folaghe, etc,et) e per le purissime acque, ospitò più volte i Granduchi di Lorena, per poi passare alla nobil famiglia dei Principi Torrigiani, i quali si dilettarono, oltre  all’allevamento all’uso svizzero di vacche, tori e vitelli, nel formare laghetti artificiali per l’allevamento delle trote (rinomata la troticultura di Panna), quindi il burro saporito e pregiato, iniziando l’esportazione dell’acqua.

Una volta che anche i Torrigiani lasciarono nella prima  metà del ‘900 la tenuta di Panna, subentrò  una delle più grandi ed illustri famiglie fiorentine: i Contini Bonaccossi, mecenati dell’arte (Sandrino Contini Bonaccossi aveva una delle più preziose raccolte d’arte private al mondo: dal Mantegna a Tintoretto, da Veronese a Lorenzo Lotto, da Andrea Del Sarto ad El Greco, dal Botticelli a Tiziano, etc, etc), abitanti, fra le diverse splendide abitazioni, nella loro atavica Villa di via Valfonda, attuale  Palazzo dei Congressi.

Durante il periodo dei Contini Bonaccossi (Signor Sandro e la moglie Valentina Vannicelli), lungimiranti ed accorti, Panna ebbe  un periodo di floridezza e la Villa con annessi e connessi (pratoni, laghetti, sfruttamento delle acque, zootecnia, grasce, etc,etc), si espanse notevolmente rendendo quel luogo un piccolo Eden, mentre uno dei loro figli, Ugo, scomparso lo scorso maggio 2012 a 90 anni, acquistò nel tempo ben tre grandi fattorie a Carmignano (Capezzana, Poggetto e Trefiano).

Negli anni ’90 (1995), fummo ospiti  a Fireze dei Contini Bonaccossi e nel ricordo di Panna ci fecero dono di alcune belle ed inedite immagini di famiglia oltre alle immagine di tanti capolavori d’arte di illustri artisti che abbiamo sopra nominato; davvero una grande ed illuminata famiglia.

Poi è storia attuale. Cafaggiolo, divenuto patrimonio dell’Unesco unitamente al Trebbio, cerca un secondo Rinascimento  con i Signori Lowenstein, anche se leggendo  alcuni quotidiani, settimanali e mensili, non è che le cose vadano per il verso giusto, per un insieme di lacci burocratici ed amministrativi (noi aggiungiamo anche ideologici),  che sarebbe inutile ripetere.

 Panna con una conduzione tecnica di avanguardia raccoglie le limpide, fresche e purissime acque del Monte Gazzarro, Faggio all’Ombrellino e Prato al Monte, proseguendo una attività secolare che ha reso grande il Mugello nel mondo.

Non è poco in tempi bui e tristi come stiamo vivendo e come è nostro costume ecco qualche immagini (alcune inedite) a corredo di questo scritto ringraziando il lettore per la cortese attenzione.

Foto 1 (qui sopra): Veduta aerea del Castello di  Cafaggiolo

Foto 2 (qui sopra): Secolo XVI° - Le officine per la lavorazione delle ceramiche a Cafaggiolo

Foto 3 (qui sopra): 1748 - Giuseppe Zocchi: Il Castello di Cafaggiolo

Foto 4 (qui sopra e in alto): Una simpatica immagine del pratone antistante il Castello di Cafaggiolo con un piccolo corteo di suore.

Foto 5 (qui sopra): Primi del ‘900 – I Contini Bonaccossi con alcuni dei loro dipinti; da sinistra  il grande critico d’arte Roberto Longhi,  i coniugi Contini Bonaccossi e il direttore del Prado di Madrid. 

Foto 6 (qui sopra): 1935 – Panoramica della Villa di Panna

Foto 7 (qui sopra): 1936 - Sullo sfondo nel pratone antistante la Villa di Panna, in lontananza si riconoscono Sandro Augusto Contini Bonaccossi con la moglie Valentina Vannicelli.

Foto 8 (qui sopra): La raffinatezza della scalinata con una serie di statue in travertino che si adagia in un laghetto nella tenuta di Panna. 

Foto 9 (qui sopra): I ….cammelli, che fecero la loro apparizione a Panna nella seconda metà  del ‘600, portati da Ferdinando I° de Medici. 

(le immagini di diversi autori provengono dall’archivio storico-fotografico di A.Giovannini – Copyrighrt 1995)  

 

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Commenti 3
  • CARLO

    I CAMMELLI A PANNA! NON SI FINISCE MAI DI CONOSCERE LA STORIA.GRAZIE GIOVANNINI

    rispondi a CARLO
    sab 14 settembre 2013 10:36
  • Francesco

    Ho letto con grande piacere questo pezzo di "storia di tutti i giorni" riguardanti le nobili famiglie ed il nostro territorio. Grazie Aldo, come sempre preziosissimo. Francesco

    rispondi a Francesco
    mer 11 settembre 2013 10:04
  • gilberto

    che piacevole lettura, quante storie e quanti aneddoti, anche inediti. come sempre bravo a Giovannini.

    rispondi a gilberto
    mar 10 settembre 2013 03:26