Taric & tariffe. © nc
A distanza di circa un anno dall’adozione del regolamento TARIC, il sistema di tariffazione puntuale dei rifiuti torna al centro della polemica politica e civica a Campi Bisenzio. Il Comitato “No Taric”, attivo sul territorio comunale, parla apertamente di una scelta errata e condivisa da tutte le forze politiche, senza distinzione tra maggioranza e opposizione, che avrebbe prodotto aumenti significativi delle bollette e un peggioramento del servizio.
Secondo il Comitato, l’approvazione del regolamento sarebbe avvenuta senza un’adeguata valutazione delle conseguenze economiche e operative, né un reale dibattito pubblico sul merito del provvedimento.
Bollette in aumento e disagi per i cittadini
Il dato principale contestato riguarda l’impatto economico della TARIC sulle famiglie. Il Comitato riferisce di aumenti medi delle bollette pari ad almeno il 30% rispetto al 2024, calcolati sulla base delle fatture già ricevute e proiettati sull’ultima rata prevista per marzo.
Un incremento che, secondo i promotori della protesta, non sarebbe giustificato né dall’inflazione né da un miglioramento del servizio, e che starebbe generando crescente malcontento tra i cittadini campigiani.
Rifiuti abbandonati e controlli ritenuti insufficienti
Accanto ai rincari tariffari, il Comitato segnala un aumento degli abbandoni di rifiuti su tutto il territorio comunale, fenomeno che metterebbe in discussione l’efficacia del sistema.
Particolare attenzione viene posta sui dati relativi alle sanzioni: poco più di 4.000 euro di multe in dieci mesi. Un risultato che, secondo l’analisi del Comitato, equivale a una sanzione ogni 1.500 abitanti, con una media di controlli giornalieri ritenuta troppo bassa per incidere realmente sul problema dell’evasione e dell’abbandono illecito.
Il nodo degli insoluti e del fondo crediti
Un altro punto critico riguarda la gestione degli insoluti e del Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE). Fino allo scorso anno, spiegano dal Comitato, il Comune avrebbe coperto le mancate riscossioni nei confronti del gestore Alia; con la TARIC, tali costi verrebbero ora redistribuiti tra i cittadini, includendo anche le morosità degli altri Comuni che adottano lo stesso sistema.
Una dinamica che alimenta il sospetto di un’evasione più elevata di quanto ufficialmente riconosciuto, senza però un piano chiaro per contrastarla in modo strutturale.
Servizio sotto pressione e ricadute occupazionali
Il Comitato evidenzia inoltre come il porta a porta integrale stia mettendo sotto stress l’organizzazione del servizio, costringendo Alia ad aumentare il ricorso ad appalti esterni. Una situazione che, secondo i promotori della protesta, comporterebbe maggiore precarietà lavorativa, in contrasto con le dichiarate sensibilità sociali dell’Amministrazione comunale.
Preoccupazione per il futuro: in arrivo il MTR-3
Lo sguardo è già rivolto al prossimo futuro. Dal 2026 entrerà in vigore il Metodo Tariffario Rifiuti MTR-3, deliberato da ARERA per il nuovo periodo regolatorio. Il Comitato teme ulteriori rincari, ancora più consistenti, per famiglie, imprese, associazioni e circoli.
«In questo sistema – affermano – non emerge alcuna reale convenienza per i cittadini».
La richiesta: riaprire il confronto politico
Il documento si chiude con un appello diretto alla politica locale, accusata di silenzio e immobilismo. Il Comitato chiede un’assunzione di responsabilità e un impegno concreto per portare la questione TARIC anche ai livelli istituzionali superiori.
Annunciata inoltre la nascita dell’Unione Cittadini NO TARIC, un coordinamento provinciale di comitati e gruppi civici che intende proseguire l’azione di informazione e pressione istituzionale.


