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Trovati i resti della Gioconda? OK!Mugello alla conferenza stampa a Firenze

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Trovati i resti della Gioconda? OK!Mugello alla conferenza stampa a Firenze Trovati i resti della Gioconda? OK!Mugello alla conferenza stampa a Firenze © n.c.
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I resti mortali di Madonna Lisa Gherardini, meglio nota come Monna Lisa – la celebre modella che avrebbe posato per il dipinto più famoso di sempre – potrebbero essere stati rinvenuti: si troverebbero nella chiesetta di Sant’Orsola, all’interno del complesso dell’omonimo convento a Firenze. A parlarne sono stati ieri mattina (giovedì 24 settembre) in conferenza stampa, Silvano Vinceti, coordinatore del Comitato per la valorizzazione dei Beni storici e culturali, e il prof. Giorgio Gruppioni, docente dell’Università di Bologna, sede di Ravenna, per il Dipartimento di Beni culturali. L’evento, organizzato in conclusione del progetto di scavi iniziato nel 2011, sembra aver portato a rilevanti risultati. Lisa Gherardini era una famosa nobildonna di Firenze, moglie di Francesco del Giocondo, prodiga verso il monastero, e discussa ispiratrice della mano di Da Vinci; nel 1538 si ammalò di peste e fu portata da sua figlia Ludovica (che era suora) al convento di Sant'Orsola, dove morì il 15 luglio 1542. Le speranze per la possibile scoperta del suo corpo – tanto ricercato e agognato nel tempo - derivano dal ritrovamento di un cassone, o tomba comune, in cui sono stati rinvenuti i resti di 3 soggetti. Il primo di questi, denominato soggetto A, ha suscitato l’interesse del team di ricerca, soprattutto quando i risultati al Carbonio 14 hanno rivelato che esso può essere datato, con una precisione del 95%, tra 1440 e 1640. Si tratta presumibilmente di una donna adulta e vissuta negli stessi anni della Gherardini. Tramite un progetto interdisciplinare – per cui è stato integrato il lavoro di archeologi, storici, antropologi e scienziati – si è arrivati ad affermare che il reperto indiziato potrebbe avere le credenziali giuste affinché l’enigma sia svelato. Perché si comprenda il motivo di questa sepoltura va indagata la storia del convento. Fondato nel 1309 dalle monache dell’ordine benedettino, passò in mano a quelle appartenenti all’ordine francescano dell’Osservanza nel 1435, per poi essere definitivamente trasformato in residenza per le sorelle di clausura nel 1521, con un ordinamento di Papa Leone X (in vita Giovanni de Medici, figlio del Magnifico); Napoleone infine nel 1808 ne ordinò la soppressione, come fece del resto per altre strutture. Le francescane avevano l’usanza, voluta dallo stesso San Francesco, di condividere i momenti della giornata insieme ai laici; questo aveva un peso specifico anche nelle sepolture, in quanto in quel periodo – cioè 1440/ 1520 – potevano trovarsi anche tombe di suore e laici nello stesso posto. Quando Leone X introdusse la Clausura nel monastero di Sant’Orsola le cose cambiarono: da allora in poi solo certe nobildonne, generose economicamente con la struttura e con un qualche legame parentale con le sorelle, avrebbero potuto avere l’onore del riposo eterno in convento. Alcuni documenti storici analizzati da Vinceti e dal suo equipe hanno rivelato che, seppur poche, alcune donne ricevettero questa “santa” inumazione. La Gherardini, come detto, fu una di queste: perché rispondeva esattamente agli “standard” richiesti dal monastero. I problemi per l’ufficiale identificazione sono due: il primo riguarda un “buco” nel libro Mastro delle Francescane, fonte attendibile, che però non riporta gli eventi degli anni tra il 1530 e il 1570 (la Gherardini muore nel 1542); il secondo sta nel fatto che, ad oggi, non è possibile un confronto con i resti dei figli della Gioconda, inumati a Santissima Annunziata, ma in condizioni pessime per via dell’umidità della cripta: cosa che con le tecnologie attuali non permette un risolutivo confronto col Dna. Come però afferma il prof. Gruppiotti, "anche quello che facciamo oggi con la tecnologia, 10 anni fa non era possibile”, e dunque si tratterebbe di una questione di tempo. Molto più convinto è apparso, invece, Vinceti: "Faccio notare - ha detto - che molti storici avrebbero detto che si tratti di Lisa solo sulla base di semplici enunciazioni, con molti elementi in meno e senza dati scientifici, ma noi non facciamo così: la sicurezza che alcuni dei resti esaminati siano di Lisa non la diamo, ma la probabilità è altissima”. Che sia risolto, prima  o poi, il mistero della Gioconda?

 

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