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Un albero per ogni figlio che nasce in Mugello. La proposta...

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Un albero per ogni figlio che nasce in Mugello. La proposta... Un albero per ogni figlio che nasce in Mugello. La proposta... © n.c.
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Un interessante intervento (e proposta) del nostro collaboratore Ezio Alessio Gensini:

Nel luglio del 1981 in uno dei suoi tanti avvisi alla gente della valle del Marecchia, Tonino Guerra scrisse: “Inventiamo una nuova tradizione: per ogni figlio che nasce andiamo a piantare un albero da frutto sulla sponda del nostro fiume: In pochi anni sarà creato un grande bosco di fiori dal mare al ponte di Verucchio”.

Tonino Guerra, nemmeno lui è stato ascoltato fino in fondo, ma almeno qualcosa è stato provato. Da noi nel Mugello da diversi anni viviamo inverni ricchi di neve e purtroppo molti rami e addirittura alberi interi si spezzano irrimediabilmente. Poi i vari insetti o malattie della vegetazione fanno il resto.

Ho visto che viene adottato il sistema del “taglione” a volte poco giustificato e/o ingiustificabile. E, non viene posato un altro albero (magari facendo attenzione alle persone soggette ad allergie o quant’altro di patologico), anzi un desolante niente. Inventiamo anche noi in Mugello questa tradizione.

“Bisogna stare in un posto dove le parole sono come foglie che rubano i colori alle nuvole e dondolano nel vento” (Tonino Guerra). L’orto dei frutti dimenticati: bagliori d’ombra. Lungo la via Emilia, nel margine occidentale di Bologna, poco prima di Lavino di Mezzo, c’è il Teatro Ridotto. Nel prato retrostante, insieme a Il Bosco dei Pensieri, un’installazione di Tonino Guerra con sculture pensate appositamente per questo spazio, nel novembre 2010 sono state messe a dimora trenta piante da frutto di varietà ormai dimenticate, simili a quelle che aveva raccolto a Pennabilli.

Ogni pianta è dedicata a un uomo di teatro scomparso, da Jerzy Grotowski a Leo de Berardinis e Julian Beck. Nell’orto, tra le sculture e le piante da frutto, perché, come ha detto Guerra, “Bisogna stare in un posto dove le parole sono come foglie che rubano i colori alle nuvole e dondolano nel vento”. Diceva sempre a noi, suoi allievi:« Non è vero che uno più uno fa sempre due; una goccia più una goccia fa una goccia più grande. »

 

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