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Un altro gigante del Mugello. La quercia di Prugnana (Galliano) abbracciata da 14 bambini

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Un altro gigante del Mugello. La quercia di Prugnana (Galliano) abbracciata da 14 bambini Un altro gigante del Mugello. La quercia di Prugnana (Galliano) abbracciata da 14 bambini © n.c.
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In quel di Galliano di Mugello, in un lembo di terra molto bello ed antico, sorge attiguo ad una casa colonica, una dei cedui più antichi esistenti nel nostro territorio: la querce di Prugnana.

C’è chi dice che abbia tre secoli, alcuni abbondano verso il doppio, altri ancora… giurano che arriva ad 800 anni (!!), ma una cosa è certa, per abbracciarla ci sono voluti quattordici bambini e una maestra. Tutto questo ci ricorda quando circa 25 anni orsono, dopo la solita discussione al Bar che frequentavamo al Borgo, qualcuno disse che la querce di Senni sulla strada verso Figliano, benché secolare bastavano quattro giovani ben piantati per abbracciarla.

Scommesse a non finire e una volta giunti davanti alla querce quattro non bastavano, ce ne vollero altri tre giovani, i quali guarda caso passavano da quelle parti e fecero parte divertiti della squadra di…abbracciatori. Scommessa vinta da coloro che dicevano che ce ne volevano il doppio e le foto che abbiamo a corredo sono davvero un bel ricordo, visto e considerato che la vecchia e cara querce non c’è più. Fu abbattuta dopo alcuni tentativi andati a vuoto (due grossi canapi che l’avevano legata, tirati da tre trattori si spezzarono come fuscelli), circa sette anni orsono: cinque secoli di vita, dieci secondi per cadere! Che emozione!

 

Tornando a Prugnana, qualche tempo fa i docenti della Scuola dell’Infanzia “Mariotti-Zanobi” di Galliano di Mugello facente parte dell’Istituto Comprensivo di Barberino, condividendo con i genitori dei bambini un momento di festa, dopo una rappresentazione grafica all’interno della Scuola “un tempo per la vita”, sono andati tutti insieme a rendere omaggio a questo monumento arboreo, vanto ed orgoglio di Galliano e dintorni.

Quando tutto il piccolo corteo è giunto ai piedi della pianta, ci sono stati momenti di gaiezza, di felicità, di giochi, e poi un abbraccio da parte dei bambini all’atavico e vetusto albero sotto lo sguardo divertito delle mamme, dei babbi e degli insegnanti.

Davvero una bella e significativa giornata; chissà la querce di Prugnana, come sarà stata contenta essere accarezzata da tutti questi cari e dolci bambini, i quali ai suoi piedi hanno lasciato questo scritto dedicato ai bambini stessi dalle insegnanti della Scuola dell’Infanzia Dora e Mary: “ – Poderosa forte e imponente, sei qui da tanto tempo, quercia silente!/ Da li vedi il futuro! Anche se, hai davanti un alto muro?/ Tu da secoli stai a guardare? Certo hai tante cose da raccontare…/ Tu che i tempi duri hai vissuto, passo per passo, minuto per minuto/Ma lì sei sempre stata! Chissà quante volte maltrattata!/ Vedo che hai una grossa ferita, che io guarirò con le mie dita/ Ora son qui ad abbracciarti, sul prato verde ad accarezzarti/ Ho cara quercia di Prugnana so che esisti da una settimana!/ Ora mi stringo forte a te e la tua storia la porto con me/ Incredibile mi sento possente come un Re! –“.

Dato che parliamo di alberi secolari, dopo la querce di Senni,  ancora una breve annotazione storica; il grande scrittore, giornalista e storico Giorgio Batini ci chiese, per un suo libro (“Gli alberi della Fede in Toscana”), se nel Mugello ci fossero stati secolari alberi accostati al sacro. Gli inviammo tre note. La prima: il secolare “cipresso” davanti alla Chiesa di San Romolo a Campestri nel territorio di Vicchio, piantato almeno si dice nel 1457 dal Vescovo Sant’Antonino di Firenze durante una sua visita pastorale.

E’ ancora lì, alto e ben piantato, nonostante che i soldati tedeschi durante l’ultima guerra mondiale ne fecero una torretta piazzando una grossa mitraglia! La seconda: il secolare “moro” davanti alla Chiesa di San Quirico a Uliveta, sempre nel comune di Vicchio di Mugello, piantato dal popolo per grazia ricevuta dopo il terribile terremoto del 1542. Una leggenda diceva che quando il “moro” sarebbe morto, sotto la ceppaia sarebbe nato e cresciuto un germoglio, che ha già raggiunto la dimensione di un albero: è così è stato, basta andare a vederlo.

La terza: un “corniolo” si trova all’interno dell’orto antistante il Convento Francescano del Bosco ai Frati. Quando i Messi di Papa Gregorio X, ospite nel 1273 a Santa Maria a Fagna, portarono il cappello Cardinalizio a San Bonaventura da Bagnoregio, il grande santo stava lavando le stoviglie dei confratelli dopo il pasto. Prese il Cappello e lo attaccò ad un ramo del corniolo, poiché voleva terminare il suo compito: anche in questo caso i figli del corniolo, che sono nati dalla ceppaia sono ancora là. Certo che lo scrittore Federico Valsini, nel 1870 mentre in carrozza giunse al Bivio delle Mozzete nel triangolo fra San Piero a Sieve, Scarperia e Borgo San Lorenzo, deve essere rimasto molto estasiato e meravigliato, poiché nel suo piccolo libro denominato “ Sei giorni nel Mugello” scrisse: “ - dalle tantissime, secolari querce, non si vedeva il cielo!-”  Piccole storie di un Mugello che fu.
(A.G.)

Foto 1 (in alto): L’abbraccio dei bambini, di spalle, al bellissimo e secolare albero in terra di Mugello: la querce di Prugnana.

 

Foto 2 (qui sopra): Il secolare “moro” davanti alla Chiesa di San Quirico a Uliveta. Sotto la ceppaia ormai già morta (1996), è nato un germoglio che è già un alberello.

 

Foto 3 (qui sopra): I sei giovani che abbracciarono la secolare querce di Senni (1990), sulla strada comunale per Figliano.

 

 

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