OK!Firenze

Fa discutere il drappo nero a coprire il David in segno di lutto

La decisione del Sindaco Nardella trova nel primo oppositore il direttore degli Uffizi. E le opposizioni si scatenano.

Abbonati subito
  • 256
Il David coperto Il David coperto © ufficio stampa
Font +:
Stampa Commenta

Fa discutere l'iniziativa di coprire con un drappo nero il David di piazza della Signoria. Il primo a contestare la decisione del primo cittadino di Firenze è il direttore degli Uffizi Eike Schmidt che considera il gesto un errore e che nel parlare della vicenda si toglie anche qualche alltro sassolino dalle scarpe.

"Così com'era un errore coprire le statue dei Musei Capitolini per la visita del presidente iraniano nel 2016, per presunti motivi di pudicizia, così lo è anche adesso, per le dichiarate ragioni di lutto", il  suo commento. Secondo cui "le statue nei musei e sulle piazze delle nostre città hanno un forte valore non solo artistico, ma educativo, poetico, identitario, di incoraggiamento individuale e collettivo.
Vestirli o tatuarli con proiezioni di loghi commerciali o di messaggi politici falsa il loro senso e nolens volens li banalizza, spesso ridicolizzandoli. Coprirli invece completamente, per qualunque motivo, equivale a una censura, e pertanto si oppone ai fondamenti della società libera".

Anche le opposizioni si sono mobilitate per chiedere di togliere subito il drappo. In una nota i consiglieri di Fdi a Palazzo Vecchio Jacopo Cellai e Alessandro Draghi e il capogruppo in Consiglio regionale Francesco Torselli parlano di "scelta difficilmente comprensibile, quella fatta dal sindaco":
"Concordiamo con quanto dichiarato dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt: nascondere alla vista una statua significa censura, e richiama a pratiche proprie degli stati islamici, non certo ai valori dell'Occidente che sono invece incarnati proprio dal David".


"Con migliaia di morti in Ucraina e un dolore immenso c'è chi trova il tempo di fare polemiche - la replica del sindaco - Fermo restando che non c'è nessuna censura e che il David di Michelangelo è ben visibile e custodito alla Galleria dell'Accademia, trovo certi commenti offensivi, inutilmente polemici e irrispettosi nei confronti della comunità ucraina presente con me in piazza della Signoria in un momento di grande dolore e cordoglio a causa della guerra".
"Il drappo nero - aggiunge - sarà tolto, come previsto, sabato quando ci sarà la grande manifestazione europea per la pace", prevista per le ore 15 in piazza Santa Croce.




Le opposizioni non ci stanno. 
"Chiediamo al sindaco Dario Nardella di scoprire la statua del David di Michelangelo in piazza della Signoria subito, oggi stesso". dichiarano i consiglieri di Fratelli d'Italia a Palazzo Vecchio Jacopo Cellai e Alessandro Draghi insieme al capogruppo in Consiglio regionale Francesco Torselli.
"Una scelta difficilmente comprensibile, quella fatta dal sindaco per simboleggiare il lutto di Firenze per gli avvenimenti della guerra in corso in Ucraina – sostengono Cellai, Draghi e Torselli –. Di più: a nostro parere un gesto del tutto sbagliato. Concordiamo con quanto dichiarato dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt: nascondere alla vista una statua significa censura, e richiama a pratiche proprie degli stati islamici, non certo ai valori dell'Occidente che sono invece incarnati proprio dal David. Lo sfregio al significato simbolico dell'opera di Michelangelo non è meno grave perché si tratta di una copia e non dell'originale. Ma poi, anche volendo seguire Nardella nel suo ragionamento, la totale copertura dell'opera oltreché sbagliata è anche difficile da capire: qualcuno potrebbe pensare che sia in corso un restauro".
"Ci chiediamo anche se il sindaco abbia compiuto questo gesto dando seguito a un atto formale, o se invece lo abbia improvvisato come se si trovasse nel giardino di casa sua. Comunque sia: il gesto è stato fatto, il mondo lo ha visto. Ora torni subito il bianco del marmo, si restituisca lo sguardo fiero del David a tutti coloro che possono ammirarlo, ed esserne ispirati" concludono i tre esponenti dell'opposizione.

Lascia un commento
stai rispondendo a