
Firenze, 13 maggio 2025 – “Dal 2010 a oggi, in Toscana sono arrivati 640 milioni di euro per contrastare il rischio idrogeologico. Dire che mancano le risorse è falso e scorretto”. È il messaggio congiunto di Elisa Tozzi (Fratelli d’Italia), presidente della Commissione d’Inchiesta sull’Alluvione, Elena Meini (Lega) e Marco Stella (Forza Italia), che intervengono duramente sul tema della gestione del territorio dopo l’alluvione del 2023.
I tre esponenti del centrodestra regionale puntano il dito contro la giunta toscana e il presidente Eugenio Giani, anche in veste di commissario straordinario, accusandoli di inefficienza nella realizzazione delle opere di prevenzione. La spaccatura tra maggioranza e opposizione è tale da non aver consentito l’approvazione di una relazione unitaria della Commissione: “Abbiamo dovuto presentare una relazione di minoranza, i cui contenuti sono comunque stati recepiti oggi in un ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio”, spiegano.
Nel mirino ci sono ritardi burocratici, mancanza di programmazione puntuale e opere mai concluse: “Le casse di espansione di Figline sono l’emblema di una lentezza inaccettabile. E nel frattempo, opere come la messa in sicurezza del torrente Marina a Campi Bisenzio, oggetto di un accordo di programma del 1998, sono ancora incompiute. Dopo 27 anni è assurdo non essere riusciti a rifare nemmeno gli argini”.
I consiglieri denunciano inoltre il peso della burocrazia, che avrebbe fatto lievitare i costi delle opere fino al 200%, con almeno 100 milioni persi solo nella provincia di Firenze. Secondo Tozzi, Meini e Stella, è urgente restituire centralità all’Autorità di Distretto, accelerare la realizzazione degli interventi e dare piena operatività ai fondi statali ed europei già disponibili.
“Le alluvioni dovrebbero averci insegnato che il tempo è finito. Non possiamo più permetterci rinvii e incertezze”, concludono.