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Boxe. Lenny Bottai dal Mugello al titolo intercontinentale

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Boxe. Lenny Bottai dal Mugello al titolo intercontinentale Boxe. Lenny Bottai dal Mugello al titolo intercontinentale © n.c.
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Successo prestigioso per il pugile livornese Lenny Bottai che nella sera del 27 
marzo 2014, sul ring del Palacosmelli di Livorno, ha conquistato il titolo intercontinentale Ibf dei 
pesi superwelter, battendo il francese Ismael El Massoudi. A festeggiare Bottai tanti 
tifosi, a partire dal grande Igor Protti, indimenticata bandiera del Livorno calcio. Una bella vittoria che adesso offre la possibilità a Bottai, anche se non la certezza, di combattere contro il campione del mondo di categoria.
 
Lenny Bottai : “Vorrei ringraziare uno ad uno tutti quelli che hanno messo il cuore con me per conquistare anche questa soddisfazione popolare. Respirare l’aria di ieri sera è stato un privilegio che difficilmente potrò dimenticare. Anche questa è andata, anche la “cinturetta” 
l’intercontinentale degli zombies è in casa mia e non in casa di qualche debosciato intenditore di youporn che bon conosce neppure il rumore di un pugno preso o dato. Come dice il grande Balboa “a ognuno i sua”. Grazie gente, grazie perché voi siete io vero premio.”.
 
Per memoria degli sportivi mugellani, dopo molti combattimenti da dilettante in terra mugellana, Lenny Bottai ha combattuto da professionista anche a Borgo San Lorenzo il 19 settembre 2009 nel match vinto per Ko alla 4a ripresa con Michele Mottolese. 
 
Per gli amici amanti della statistica, Lenny Bottai, da professionista ha conquistato “molte cinture” di prestigio: International Boxing Organization International Light Middleweight Title il 2 dicembre 2009 a Livorno ai punti contro Turgay Uzun. Campione d'Italia Light Middleweight Title il 26 marzo 2010 a Livorno ai punti contro Adriano Nicchi. IBF International Light Middleweight Title il 4 marzo 2011 a Livorno ai punti contro Sergei Melis. WBC Mediterranean Light Middleweight Title il 7 dicembre 2012 Livorno per Ko alla 
9a ripresa contro Harun Akcabelen, per arrivare all'IBF Inter-Continental Light 
Middleweight Title conquistato il 27 marzo 2014 a Livorno ai punti contro Ismael El 
Massoudi. In dettaglio tutta la carriera di Lenny Bottai.

Ecco di seguito un articolo su Bottai pubblicato nel 2008:

In pochi anni dagli altari alle polveri e risalita: la rivincita di un'esistenza quasi romanzesca. Il 7 marzo 2008 Lenny Bottai al “Pala Macchia” di Livorno affronterà lo slovacco  Jan Mazur, giovanissimo, passato professionista nell'aprile 2007. Assistito da Gabriele Sarti che ha creduto in lui e lo ha ricostruito come atleta e come boxeur oltre che dal procuratore Sergio Cavallari.


 Lenny Bottai è nato a Livorno il 15 luglio del 1977. Dal 1999 è rimasto inattivo fino al 2005. 
Dal marzo del 2007 ha aperto una collaborazione col maestro Gabriele Sarti e Lenny Bottai è passato alla Boxe Mugello, la quale gli ha pianificato il passaggio al professionismo dopo uno splendido ultimo anno da dilettante con i colori della società mugellana.

La categoria “light middleweight” dove Lenny Bottai è naturalmente inserito è una delle più difficili in assoluto: 1019 pugili professionisti in attività in tutto il mondo, graduatoria assoluta dominata dal ventinovenne Cory Spinks (USA – Professionista dal 1997 - 40 combattimenti: 36 (11) vittorie, 4 (1) sconfitte e nessun pareggio). In Europa 275 pugili in attività e Lenny Bottai è 243°, graduatoria dominata dal trentunenne  Sergiy Dzinziruk (Ucraina – Professionista dal 1999 – 34 combattimenti e altrettante vittorie di cui 22 prima del limite.

In Italia 19 pugili professionisti in attività, graduatoria dominata dal trentottenne pugliese Michele Piccirillo (Professionista dal 1992 – 52 combattimenti in carriera: 48 (30) vittorie e  4 (1) sconfitte).  Non è facile a trent'anni, quando ormai di vita davanti agli occhi te n'è passata.

Non è facile fare niente, neanche trovare un lavoro precario in un call-center, perché sei già vecchio e i contributi pesano, figuriamoci se è una passeggiata quando parliamo di sport, di una di quelle discipline, la boxe, capace di triturarti in qualsiasi momento. Lenny Bottai ce l'ha fatta.

Con la rabbia tra i denti, ai trentanni, è riuscito a strappare un contratto di quattro anni e a salire sul ring come professionista. Ha smentito - lui, testa ribelle e arguta - anche quelle regole che sembravano in dissolubili. Con una difficoltà in più, quella del suo recente passato a capo di quella che era la temutissima e incontrollabile curva Nord, quella delle “Bal”, un passato che in pochi del mondo benpensante gli hanno perdonato.

Lui però è andato ancora una volta contro la corrente, si è buttato in palestra, ha accantonato le sue vecchie esperienze, quelle di pugile dilettante e quelle di ultrà, è si è ributtato in palestra. Una metamorfosi ? No. Forse solo quello che era naturale fare: due cicli chiusi e la volontà di ricominciare. Dal professionismo.

Si è confessato davanti alle telecamere di “Boxe News” il Format televisivo prodotto dalla “Boxe Mugello” (Organizzatrice della serata livornese) e condotto da Ezio Alessio Gensini e Roberto Prezioso già in palinsesto in molte Tv locali a totale copertura della Toscana, Liguria, Umbria e parte del Lazio e delle Marche continua ad avere un notevole successo di pubblico e di critica, oltre che di consensi da parte del mondo della boxe (addetti ai lavori e giornalisti specializzati).

Lo speciale di “Boxe News” dedicato a Lenny Bottai a Granducato Tv di Livorno lunedi 3 marzo 2008 in seconda serata.
Perché questa lunga parentesi con la boxe? Non sarebbe stato più facile continuare?

"Sicuramente sì, ma impulsività e orgoglio mi hanno spesso e volentieri fregato nella vita. Burocrazia, distrazioni e brutte esperienze, verdetti strani e imposizioni assurde, ma soprattutto la mancanza di una società pugilistica che riuscisse a tutelare e tenere a freno un ribelle com'ero io.

La mia esperienza è iniziata con una discussione con l'allora presidente regionale della FPI, che da campione toscano under 15 voleva impormi di tagliare i capelli (al tempo lunghi) per partecipare alle fasi nazionali ed è terminata a 22 con una squalifica per aver contestato un verdetto lanciando ai giudici l'accappatoio in segno di disapprovazione.

Da quel giorno mi sono sentito di lasciare e solo dopo tanto tempo ho capito di non aver fatto il mio gioco,ma quello di altri. Certe delusioni logorano e a 20 anni non si ha la maturità di trasformarle in stimoli.

È vero anche che combinavo danni, una volta vinsi un bel match per ko, qui a Livorno, il mio avversario si presentò 5 kg in più di me, ma fui bravo, il giornale non fece in tempo a mettermi su un articolo di boxe che il giorno dopo presi una diffida e rovinai tutto il parlare di me, anche se poi fui assolto".

La parentesi sulla balaustra dello stadio. Eri arrivato a pesare cento chili, lo sportivo Bottai era un ricordo. E' stato così?
"La balaustra più che una parentesi è stata una formazione che ha avuto inizio più o meno con lo sport, già dai tempi in cui il balconcino non esisteva.

Con l'inattività poi ha prevalso il mangiare e il bere, che non mi dispiace, e le calorie non perdonano mai… Lenny sportivo era peggio che un ricordo. La boxe non riuscivo neppure a vederla in tv".

Quanto è stato difficile tornare a fare boxe dal punto di vista fisico?

"Con trenta chili in più addosso ti sembra di dover scalare l'Everest a ogni allenamento. Ma l'avevo presa talmente di punta che dopo sei mesi ero già pronto per il debutto a 73 kg, che feci nel maggio del 2005 vincendo a Modena".

L'ambiente del pugilato come ti ha accolto?

"Come nella vita, ci sono persone e persone. Sono subito rimasto sorpreso dal fatto che molte facce fossero sempre le stesse. C'è chi è rimasto contento, chi ha rosicato, criticato e guardato con diffidenza per il personaggio extraboxe. Diciamo che ho continuato a pagare sul campo il mio "io" nonostante mostrassi solo la voglia di boxare e di far bene. Ma a 30 anni è un'altra storia, sono vaccinato e andando avanti ho vinto il secondo round. Ora c'è il terzo".

Cosa ti aspetti per la serata del 7 marzo?

"Mi aspetto tanta emozione, tensione. A Livorno è sempre così. Io spero di ripagare la mia gente con una bella serata, spero che siano tutti lì con me, è fondamentale".

In curva dicono che ti fai vedere poco. E' stato un percorso naturale quello di scendere dalla balaustra?
"In realtà, spesso e volentieri sono fisicamente presente, anche se più defilato e con un ruolo indubbiamente diverso. Con le Bal per me si è concluso un ciclo, irripetibile per tanti motivi, ma seguire la partita dalla curva è imprescindibile, è li il cuore, anche se non c'è più tanto entusiasmo".

 



 

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