Caso Barberino. 'Il libro di Baldanzi aveva anticipato tutto' © n.c.
Emergono nuovi particolari nell’inchiesta che ha portato Barberino di Mugello nella bufera. Ieri, come già detto, si sono verificate le perquisizioni a Firenze, Barberino, Signa e Borgo San Lorenzo. E la notifica degli avvisi di garanzia. Toccati dall’inchiesta il nuovo casello autostradale, l’outlet e il lago di Bilancino. Una vicenda che ha investito alcuni esponenti dell’ex amministrazione. Le indagini sarebbero partite anni fa proprio dalla costruzione del nuovo casello; e dagli esposti dei cittadini. Troppo funzionale al nuovo outlet, si diceva. Nel polverone giudiziario sono finite anche le concessioni per la realizzazione di nuove cave, il processo per l’ampliamento dell’outlet e la gestione delle concessioni ad uno stabilimento balneare sul lago di Bilancino. Ma anche la costruzione di appartamenti e di asilo nell’area di Sottocastello. Tra gli indagati nella vasta inchiesta, come detto ieri, l’assessore regionale alla cultura e al commercio Paolo Cocchi (Pd, nella foto) e il consigliere regionale Gianluca Parrini (Pd). Accusati di abusi di ufficio. Ma anche l’ex sindaco di Barberino, Gianpiero Luchi, l’ex vicesindaco, Alberto Lotti, e l’ex assessore Daniele Giovannini. Tra le persone coinvolte nella bufera anche l’ex architetto del Comune di Barberino di Mugello, Paolo Pinarelli, ora dirigente dell’Ufficio Tecnico di Borgo San Lorenzo. E proprio in questi minuti giunge in redazione una nota della casa editrice Elliot. La giovane autrice barberinese Simona Baldanzi, vi si legge, aveva: “Anticipato nel suo ultimo lavoro Bancone verde menta, uscito nel giugno 2009 per le edizioni Elliot, alcuni contenuti degli articoli di stampa usciti oggi (4 febbraio 2010) in tutta la regione Toscana, relativi ai 13 avvisi di garanzia che coinvolgono molti esponenti politici, amministratori, imprenditori di Barberino di Mugello”.
Aggiornamento del marzo 2016: Paolo Cocchi è stato assolto perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza dei giudici.
Ha prevalso invece il "non doversi procedere perché il reato è estinto per intervenuta prescrizione", per l'accusa di corruzione legata ai soldi per le elezioni e le 'vacanze'.
Secondo il Corriere Fiorentino:
“Cade l’accusa di corruzione (il fatto non sussiste) per Paolo Cocchi, ex assessore regionale alla cultura della giunta Martini e già sindaco di Barberino del Mugello, per aver messo a disposizione il proprio ruolo istituzionale a favore del costruttore Danilo Cianti, titolare della Mugello lavori, per agevolarlo nella sua attività, ottenendo in cambio l’ampliamento della casa. Il tribunale di Firenze assolve, per quello stesso episodio Barbara Bardazzi, moglie di Cocchi, l’imprenditore Danilo Cianti e il figlio Simone imputati di concorso in corruzione”.
Assoluzione che, secondo i legali di Cocchi, sarebbe “l’esatta ripetizione della sentenza di non luogo a procedere pronunciata tre anni fa dal Gup”
Qui l'articolo dell'assoluzione di Paolo Cocchi - 19 Marzo 2016


