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Cos'è un temporizzatore e come funziona

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Home automation Home automation © Stephan Bechert
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La modernizzazione degli impianti domestici e il crescente sviluppo dei sistemi di domotica ha incentivato lo sviluppo di un’ampia gamma di soluzioni per aumentare il comfort, rendendo più ‘smart’ l’utilizzo dei dispositivi presenti all’interno della casa. Un ottimo esempio, in tal senso, è rappresentato dai sistemi di controllo a tempo che regolano l’accensione e lo spegnimento degli impianti di riscaldamento, illuminazione e condizionamento; si tratta di una soluzione particolarmente utile non solo dal punto di vista pratico ma anche funzionale all’ottimizzazione dei consumi ed al risparmio energetico. Tali sistemi utilizzano un particolare dispositivo, detto timer o temporizzatore: di seguito, vediamo di cosa si tratta e come funziona.

Temporizzatori: cosa sono

Com’è facile intuire dal nome stesso, i temporizzatori (noti anche come timer o relè temporizzatori) sono dispositivi di controllo a tempo; possono essere elettrici, elettronici, meccanici o digitali. Sono dotati di un cronometro, che serve a quantificare l’intervallo di tempo che intercorre tra due o più operazioni. A tal riguardo, possono essere sommariamente divisi in due grandi categorie: quelli che contano il tempo in maniera progressiva (partendo quindi da zero) e quelli che seguono il principio opposto (conto alla rovescia fino a zero).

Modalità di montaggio

In base alle caratteristiche costruttive del dispositivo, esistono diverse modalità di assemblaggio:

  • relé modulari per montaggio su guida a DIN (vi rientrano anche quelli ‘a zoccolo’);
  • temporizzatori a innesto, che si collegano direttamente a una presa elettrica;
  • temporizzatori a incasso o a fissaggio tramite viti.

I vari modelli sopra descritti possono essere reperiti in qualsiasi rivendita di materiale elettrico o, in alternativa, tramite un e-commerce specializzato come Emmebistore.

Come funzionano

Al netto del diverso meccanismo di funzionamento, i vari tipi di temporizzatori hanno in comune la medesima funzione: aprire o chiudere un contatto elettrico dopo o entro un determinato lasso di tempo predefinito. Il temporizzatore agisce in base ad un preciso ‘segnale’, in base al quale un particolare sistema o impianto (riscaldamento, condizionamento, termosifoni, luci, contatori, valvole di controllo) viene attivato o disattivato. A seconda del funzionamento è possibile individuare quattro diversi tipi di temporizzatore:

  • Elettromeccanico: utilizzano un motorino sincrono e agiscono in base alla frequenza di alimentazione. Rappresentano la versione più semplice ed economica di questo tipo di dispositivi;
  • Elettronico: i temporizzatori di questo tipo sfruttano un elemento RC (acronimo di “resistenza e capacità”) accoppiato ad un comparatore che serve a confrontare le variazioni di tensione nel tempo rispetto ad una costante. In alternativa, i timer elettronici impiegano un circuito oscillante abbinato ad un contatore di impulsi, che rende l’apparato più preciso;
  • Digitale: i modelli che utilizzano la tecnologia digitale sono equipaggiati con un microprocessore e un display LCD; trattandosi di versioni più sofisticate rispetto a quelli elettroniche ed elettromeccaniche, sono dotati di funzionalità particolarmente avanzate.

Ambiti di utilizzo

I temporizzatori vengono ampiamente utilizzati in ambito industriale, per regolare i cicli di produzione e di attività delle macchine utensili e operatrici. Al contempo, sono molto diffusi anche in contesti abitativi, basti pensare ai temporizzatori luce-scala (accoppiati ai sensori di movimento); vengono collegati alla linea dell’impianto elettrico che alimenta le luci del vano scala, così da accenderle e spegnerle ad orari prestabiliti e risparmiare energia. In ambito abitativo, i temporizzatori sono spesso adoperati anche all’interno dei condomini, dove risultano utili soprattutto per regolare l’accensione dei sistemi di illuminazione in uso nei giardini, lungo i viali e, in generale, negli spazi esterni comuni. In aggiunta, i temporizzatori possono essere accoppiati agli apparati che regolano i sistemi di ventilazione o di riscaldamento sia per le singole unità abitative che per l’intero complesso residenziale.

Per alcune attività settoriali, come la ristorazione o l’hotellerie, i temporizzatori vengono anche collegati agli impianti di ventilazione degli ambienti in cui umidità o cattivo odore tendono ad accumularsi più facilmente (bagni non finestrati, cucine, sale per fumatori).

 

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