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La denuncia di Idra: 10 metri in 5 mesi: ecco il passo della talpa TAV a Firenze

Intanto l’Arpat avvia accertamenti sulla galleria-colabrodo dello Scavalco

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Tav Tav © OKNews24
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L'associazione Idra è stata ascoltata dall'osservatorio ambientale sulla vicenda Tav a Firenze, ecco il comunicato redatto dopo l'incontro.
"Seconda audizione (kafkiana) dell’associazione Idra dinanzi all’Osservatorio Ambientale: gravi le carenze nella trasparenza, nell’ascolto, nel metodo di lavoro.
Una delegazione dell’associazione di volontariato Idra, composta dal geom. Marco Mordini, dal prof. Luciano Cipriani e dal presidente Girolamo Dell’Olio, è stata ricevuta giovedì 12 ottobre dall’Osservatorio Ambientale Nodo Alta Velocità di Firenze, presieduto dall’ing. Giacomo Parenti.

L’associazione è tornata a ribadire in primissimo luogo l’esigenza di trasparenza e di  informazione attiva che latitano nell’attuazione del progetto, sottratto com’è alla conoscenza della città.

Idra ha manifestato a chiare lettere il proprio sconcerto per le persistenti affermazioni dell’ing. Parenti sulla pretesa trasparenza informativa del Comune di Firenze intorno al ‘progetto del secolo’: “non risultano rispondenti al vero!”. Chi presiede l’organo chiamato a gestire il controllo pubblico sulla sua attuazione, e riveste anche la carica di  direttore generale di Palazzo Vecchio, parla infatti di documentazione disponibile online. Ma ad avviso dell’associazione siamo ben lungi dalla trasparenza, anche da quella puramente passiva. “

Vi sono affermazioni limpidamente non vere,
 ha scandito Dell’Olio, fra quelle che sono state pronunciate dal presidente dell’Osservatorio sulla pubblicità della documentazione progettuale che i cittadini di Firenze hanno il diritto di consultare. E questo noi lo riteniamo particolarmente grave”.
Nel sito del Comune risulta mancare persino l’elaborato “Relazione generale” sul Passante e sulla Stazione AV, e cioè quel minimo sindacale di informazione con cui un cittadino può forse costruirsi almeno un’idea di massima del progetto.

Quanto al rapporto con la popolazione,  dopo le timide iniziative del sindaco Mario  Primicerio – ha aggiunto Idra - Palazzo Vecchio si è guardato bene dall’allestire momenti informativi attivi, dibattiti, assemblee, in proprio o in tandem con organi tecnici.  
“Quando mai”, ha chiesto Idraè stata fatta a Firenze un’illustrazione del progetto riveduto e corretto? L’Osservatorio si chiama fuori da questo tipo di compito?”.
Sembra del resto che la richiesta di colmare una simile lacuna, ancorché in ritardo, sia assolutamente compatibile con ciò che prevede il Decreto 25 giugno 2021, che istituisce e regola gli osservatori ambientali, prescrivendo fra i loro compiti, la “informazione al pubblico, per assicurare una  efficace azione di comunicazione e divulgativa, attenta ai bisogni del cittadino”, e la “ricezione, da parte di enti pubblici, associazioni, comitati, singoli cittadini, di informazioni, documenti, criticità in merito al progetto sottoposto a valutazione di impatto ambientale”. Vediamo se questa sollecitazione sarà recepita!

Respinta comunque la proposta di trasmettere in streaming le sedute dell’Osservatorio, come succede in Regione Toscana con le Commissioni consiliari, ai cui appuntamenti sono accreditati ad accedere da remoto soggetti civici titolati. Inoltre, “l’Osservatorio non fa verbali”, ma pubblica solo ‘decisioni’. Un bel passo indietro, hanno osservato dall’associazione, rispetto al grande impegno di registrazione del lavoro svolto dall’altro Osservatorio Ambientale, quello presieduto negli anni Novanta dall’ing. Fabio Trezzini sulla cantierizzazione TAV sotto l’Appennino fra Bologna e Firenze.

Neppure le richieste formulate a luglio, e ritrasmesse per Pec nere su bianco, di assicurare trasparenza sulle prescrizioni adottate dall’Osservatorio fiorentino almeno in quest’ultimo anno sembrano essere state considerate se ancora, tre mesi più tardi, dall’ing. Parenti è arrivato un “valuteremo se pubblicarle sul sito”.
Un sito che adesso non è più nemmeno consultabile: compare il messaggio “403 - Proibito: l'accesso è negato”.

Quando Idra ha chiesto di sapere a che punto è lo scavo della talpa a Campo di Marte, dopo un primo generale imbarazzo il referente di progetto di Rfi ing. Fabrizio Rocca, invitato dall’ing. Parenti a rispondere, ha dichiarato che “la talpa ha fatto i primi 10 metri”.
A questo punto, ha aggiunto, si è dovuta arrestare perché vi sono tutta una serie di approntamenti tecnici da effettuare, che richiederanno ancora qualche settimana di lavoro. E’ escluso, per quanto è stato possibile comprendere, che il ritardo sia dovuto anche a difficoltà nel conferimento dello smarino che deriverà dalle operazioni di scavo in questa prima fase.

Un secondo dato di rilievo è quello che è stato fornito dal dott. Anton Giulio Barbaro, dirigente del settore VIA-VAS dell’ARPAT: 
“Abbiamo preso in carico la vostra segnalazione sullo Scavalco: stiamo facendo accertamenti sulla provenienza e l’origine del problema che è stato contestato. Riferiremo all’Osservatorio se sarà verificato che quell’aspetto ambientale è rilevante, e quale possa esserne eventualmente la causa”. Non era dunque così peregrina la segnalazione fornita, e tuttavia cestinata dal presidente-direttore Parenti sulla base delle rassicurazioni a lui fornite da Rfi! Dell’Olio ha spiegato ai presenti che da informazioni ricevute dal presidente della Commissione che ha negato il collaudo tecnico-amministrativo dell’opera, evidenze di lacune nella progettazione esecutiva della galleria AV di Castello sarebbero descritte e documentate nel verbale di accertamento redatto nell’ambito delle attività di quella

Commissione. “Inutilmente Idra vi ha chiesto accesso a Rfi, che non lo ha ancora accordato, senza peraltro presentare ad oggi un diniego in qualche modo motivato. Noi quindi, sommessamente ma formalmente, vi suggeriamo - ha spiegato Dell’Olio -  di acquisire quel verbale, suscettibile di fornire importanti analisi, risultanze e chiavi di lettura degli inconvenienti registratisi”. E, dopo aver richiamato il recente servizio di Report sulla sicurezza in ferrovia, ha aggiunto: “Se il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco ci scrive che nel progetto esecutivo del Nodo di Firenze non risulta presente il Piano di emergenza dettato dal Decreto 28 ottobre 2005 “Sicurezza nelle gallerie ferroviarie”, non sarà il caso di preoccuparsi anche sotto il profilo ambientale? Le misure di prevenzione non sono un’appendice secondaria o marginale, un’aggiunta dell’ultimo momento: le criticità specifiche del territorio, e a Firenze non mancano, dovrebbero orientare già in partenza la costruzione dell’opera! Quindi la disapplicazione di questa normativa ha un significato ambientale indiretto quanto sicurissimo”.

Insomma, una piccola catastrofe, questo Osservatorio che non si capisce bene cosa osservi, e quale cultura ambientalista dimostri di frequentare quando rifiuta di ascoltare i cittadini se parlano di ambiente come di un sistema complesso, accusandoli di andare ‘fuori tema’.

Uno strumento, quindi, che meriterebbe forse – in questa sua recente declinazione in riva d’Arno - una verifica profonda di adeguatezza da parte delle autorità competenti!

 

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