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Eolico a Londa, il sindaco prende tempo: la lettera critica di una lettrice

Adriana Rossi contesta la posizione attendista di Tommaso Cuoretti e ricorda i toni durissimi usati in passato dall’attuale sindaco quando era all’opposizione

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Il Sindaco di Londa Tommaso Cuoretti Il Sindaco di Londa Tommaso Cuoretti © Comune di Londa
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Adriana Rossi, nostra lettrice, che interviene nel dibattito sull’impianto eolico previsto sul territorio di Londa. Nel suo contributo, Rossi mette in discussione l’atteggiamento prudente del sindaco Tommaso Cuoretti, evidenziando una distanza evidente tra le posizioni espresse oggi e quelle sostenute con fermezza dallo stesso Cuoretti negli anni in cui sedeva tra i banchi dell’opposizione. Ecco la sua lettera:

Un Sindaco possibilista
La dichiarazione del Sindaco di Londa, rilasciata al quotidiano “Repubblica” il 24 dicembre, è un capolavoro di politichese, con le consuete mezze misure, distacco, parziale rinuncia alla propria responsabilità di primo cittadino.

Cito due passaggi: “Stiamo aspettando di capire quale sarà l'indirizzo della Regione, a cui spetta la decisione..Se questo sarà l'indirizzo anche della nuova giunta, è inutile lottare contro i mulini a vento”.

Mentre lui “cerca di capire”, altri enti hanno assunto una posizione netta : Unione dei Comuni, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, sindaci di Pelago, Rufina, San Godenzo hanno detto NO. Firenzuola ha deciso di rimandae di un anno la decisione, la Regione Emilia Romagna ha detto NO. Lui ancora sta cercando di capire, forse aspetta il sostegno di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana che ha riunito nelle sue mani le deleghe più importanti: bilancio, Toscana diffusa, energia, protezione civile, personale, sport, politiche per la montagna, rapporti con enti locali, relazioni internazionali, politiche giovanili, geotermia.

A questo punto il nostro uomo è lui: Giani. Bisogna invitarlo sui Crinali e interrogarlo sulle politiche per la montagna.
Intanto, a proposito dei cambiamenti di umore di un Sindaco, vorrei citare alcuni passi contenuti in interpellanze firmate dalla vecchia opposizione al precedente sindaco Murras. Fra gli oppositori c'era per l'appunto Tommaso Cuoretti.

Attingendo all'Archivio digitale del primo giornale online della Valdisieve, ho ripercorso alcuni momenti della dura battaglia dell' opposizione di quegli anni contro il Sindaco Murras.

  • 28 gennaio 2015 “Dobbiamo salvare il lago”
  • 20 aprile 2017 “ “L'opposizione attacca”
  • 5 maggio 2017 “Siamo pronti ad una battaglia politica senza esclusione di colpi nell'interesse dei cittadini”
  • 30 maggio 2017 “L'opposizione diserterà i Consigli comunali fino a quando non sarà pulito il lago”
  • 28 luglio 2017 “Da due mesi i consiglieri disertano il Consiglio comunale”.

Si è trattato di uno scontro senza precedenti, con passaggi molto duri: “Dopo la condanna [il sindaco Murras fu condannato a 7 mesi] il Sindaco non ha convocato i capigruppo di minoranza né formalmente né informalmente e, sprezzante del rispetto istituzionale, si è limitato ad inserire nell'ordine del giorno del consiglio Comunale del 10 maggio una comunicazione sulla vicenda lago ma non sulla sua vicenda penale” , un comportamento definito “inaccettabile”.

Segue la richiesta al Sindaco di “trasformare le sue comunicazioni in discussione in Consiglio perché tema rilevante su cui ritengono necessario intervenire e dibattere.”

L'opposizione arriva a mettere in dubbio la lucidità mentale del Sindaco con un attacco personale che definirei feroce: “Murras è in evidente stato emotivo alterato che lo induce ad usare la carica di Sindaco contestando i giudizi dei magistrati, gli abbiamo chiesto di fare un passo indietro perché non più all'altezza di ricoprire serenamente la carica di primo cittadino”.

Se confrontiamo i toni, accesissimi, di quella battaglia politica con quelli estremamente concilianti contenuti nella dichiarazione citata sopra, sembra che parli una persona diversa. Ha difeso con le unghie e con i denti il lago, ma non intende muovere un dito per la montagna. Come mai?

Adriana Rossi

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