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Giudici (Uritaxi): "Romano faccia bagno di trasparenza prima di accusare tassisti e Comune di Firenze di falsità"

«A proposito di falsità - prosegue Giudici - l’inchiesta giornalistica internazionale Uber files, grazie alle rivelazioni dell’ex lobbista di Uber...

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Claudio Giudici Claudio Giudici © Taxi Firenze
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 «L’ex parlamentare Andrea Romano, oggi lobbista per il noleggio da rimessa, prima di accusare i tassisti e l’Amministrazione fiorentina di “falsità”, dovrebbe fare un bagno di trasparenza spiegando da chi derivino i suoi compensi per questa sua nuova attività. L’associazione che rappresenta, infatti, sembrerebbe sostenere quella che i sociologi definiscono “uberizzazione” del lavoro, ossia il modello del controllo degli algoritmi sul lavoro e sull’utenza da parte di multinazionali come Uber, in contrasto con molte altre rappresentanze del noleggio. Romano è pronto a dichiarare pubblicamente di non aver nessun collegamento, diretto o indiretto, con questa multinazionale?» , è quanto afferma Claudio Giudici, presidente nazionale del sindacato di categoria Uritaxi e del 4390 Taxi Firenze.

«A proposito di falsità - prosegue Giudici - l’inchiesta giornalistica internazionale Uber files, grazie alle rivelazioni dell’ex lobbista di Uber, Mark MacGann, ha disvelato l’azione di lobbying della multinazionale con la ormai celebre affermazione: “Uber ha giocato con le vite della gente. Io sono disgustato e mi vergogno di essere stato parte di questa politica aziendale volgare e violenta. Convincendo i governi che Uber avrebbe avvantaggiato gli autisti rispetto ai taxi, abbiamo venduto una menzogna alla gente”.

In realtà, quelle che Romano definisce “falsità” sono pronunciamenti ufficiali della Corte Costituzionale – che ha il potere di annullare o confermare le norme – e del Consiglio di Stato, massimo interprete del diritto amministrativo.
Entrambi gli organi hanno ribadito che la normativa in vigore distingue chiaramente tra servizio taxi da piazza e servizio di noleggio con conducente da rimessa, specificando che i due non devono sovrapporsi e devono restare legati al proprio territorio di riferimento. In particolare, il servizio di noleggio deve ricevere le prenotazioni presso la sede o la rimessa situata nel proprio comune (come stabilito nelle sentenze della Corte Costituzionale n. 56/2020 e del Consiglio di Stato n. 5481/2020, n. 1703/2021 e n. 4795/2023). Inoltre, è vietato il loro stazionamento su piazza, che deve invece avvenire esclusivamente all’interno delle rimesse site nella provincia (Consiglio di Stato n. 499/2025). Romano invece alluderebbe ad un inesistente terzo soggetto: il 'noleggio da piazza', un noleggio cioè che in quanto a tariffa libera, con libertà di turno di servizio e libertà di scelta sui servizi da fare - tutte libertà mancanti, a tutela dell’utenza, al servizio taxi - godrebbe di vantaggi rispetto alle diseconomie gravanti sul servizio taxi. Di fatto Romano, ed altre lobby di pressione, sembrerebbero a favore della concorrenza sleale nel trasporto locale non di linea ».

«Infine - conclude Giudici - altre falsità oggetto dell’accusa di Romano verso Firenze riguardano una presunta “incapacità di rispondere ad una domanda sempre maggiore di trasporto pubblico non di linea”, negata anche dall’ultima indagine Lab21 che classifica Firenze prima tra quindici città europee per tempi di attesa (il 93,5% dichiara di avere un taxi entro 6 minuti dalla ricerca), e dichiara che la legge sia vecchia di oltre 33 anni. La nostra Costituzione è del ’48 e nessuno l’accusa di essere vecchia, e la legge 21/92 è una legge quadro, di principi dunque, sottoposta a diversi aggiornamenti nel 2006, nel 2009, nel 2012, nel 2019 e nel 2023. Anzi, se c’è un problema per gli operatori del settore, è proprio questa continua modifica normativa che rende rischiosissimo programmare investimenti, sia per i tassisti che per i noleggiatori da rimessa che operano nel rispetto delle regole».

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