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Leonardo Ugolini (Ugolini Motors) lotta per salvare la sua azienda e la sua salute.

Mercoledì 27 settembre, l'ufficiale giudiziario ha apposto i sigilli alla rivendita di auto "Ugolini Motors".

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Ugolini Motors Ugolini Motors © UM
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Dal titolare, Leonardo Ugolini, abbiamo ricevuto una lettera in cui espone le sue ragioni e i motivi che hanno portato a tale evento. Secondo il signor Ugolini, al momento, Ugolini Motors non è ancora fallita, e lo stesso Leonardo Ugolini non ha intenzione di dichiarare il fallimento, ma piuttosto di risolvere le problematiche che lo hanno afflitto in questi anni. Teniamo a precisare, come nostra abitudine, che OKMugello dà voce a tutti i nostri lettori che hanno interesse o necessità di esporre le proprie ragioni e opinioni.

Di seguito riportiamo alcune parti della lettera inviataci da Leonardo Ugolini:
Nel gennaio 2020 ho stipulato un preliminare di compravendita di questo capannone con gli attuali proprietari, versando una caparra molto inferiore a quanto avrei dovuto versare, ovvero il 25% dell'importo finale. Nel marzo 2020 è scoppiata la pandemia, e sappiamo tutti cosa è successo. I proprietari del capannone sono stati molto disponibili nel tempo, devo ammetterlo, ma dobbiamo considerare che, ai problemi della pandemia, nel 2021 si è aggiunto il problema delle auto che non arrivavano e che poi in poco tempo sono sparite dai piazzali, la famosa crisi dei chip, anno in cui abbiamo subito ingenti perdite di fatturato.

Nel 2022 è scoppiata la guerra e tutte le conseguenze che ne sono derivate, mentre nel 2023 ho contratto una malattia grave, perdendo il pancreas e diventando diabetico, da giugno ad oggi è stato un vero calvario. In tutti questi anni ho sempre creduto nel mio lavoro, ammetto di aver commesso alcuni errori, ma ho sempre avuto l'obiettivo di trovare una soluzione adeguata.
Ho modificato il core business, investendo i miei soldi nell'apertura di un'officina centro revisioni (79 mila euro), un centro cambio gomme (24 mila euro), e l'acquisto di un altro ponte (circa 4 mila euro), insieme a tutta l'attrezzatura necessaria (altri 10 mila euro), con una spesa totale di circa 120 mila euro.

È stato difficile passare da indossare una camicia bianca e pantaloni puliti a indossare una maglietta sporca di grasso e pantaloni sudici a fine giornata, ma non avevamo altra scelta se volevamo andare avanti. Negli ultimi anni, oltre al sostegno delle banche, ho ricevuto aiuti da terze persone, per un totale di 41 mila euro, e sto gradualmente restituendo il denaro a due persone a cui non ho potuto consegnare la macchina.

Ho vissuto all'interno dell'officina per risparmiare il più possibile, sono 16 mesi che dormo in un ufficio e lavo i miei vestiti in una lavanderia automatica. Non ho una macchina di mia proprietà, né una casa, e ho sacrificato persino la mia famiglia per inseguire il mio sogno.

Dall'istante del pignoramento del capannone, ho perso tutto: i soldi versati per l'acquisto del capannone, i fondi spesi per ristrutturare il piazzale esterno e costruire il muro di cinta che non c'era prima, i costi per l'impianto elettrico ora a norma di legge, i lavori di cartongesso, l'impianto esterno antincendio, i costi per ottenere le autorizzazioni, che devo ancora pagare, la sostituzione dei vetri e la pavimentazione interna. Potrei continuare, ma vi dirò solo che ad oggi ho speso una fortuna, stimo che tra lavori e acconti siamo oltre i 200 mila euro.

Prima di mettere la parola fine alla mia impresa, pur consapevole di aver commesso molti errori, non mollo e continuerò a lavorare per ripagare i debiti verso coloro che hanno riposto fiducia in me, infatti con il mio avvocato stiamo procedendo a stialre un piano di rientro con i miei debitori, i quali saranno tutti contattati. Avrei potuto vendere tutto e scappare, ma i miei genitori mi hanno insegnato il valore del lavoro onesto e di non nascondermi. Amo il mio lavoro, ma uscendo da questa situazione nessuno mi darà mai fiducia altrove. Mi chiedo se tutto ciò sia giusto, dopo aver speso cifre folli e ritrovarmi senza alcuna possibilità di soddisfare le esigenze più basilari come lavarsi, mangiare, dormire e prendersi cura di me stesso, soprattutto considerando la mia necessità di conservare l'insulina in frigo a causa della mia malattia diabetica, che non mi dà tregua.

Non ho scritto questa lettera per suscitare pietà, ma piuttosto per far capire a tutti che sto lottando come un leone. Anche se le cose possono sembrare diverse da come appaiono, mi sento una persona onesta che cerca di dare un senso alla propria vita. Ho sempre lavorato e, se la mia salute me lo permette, continuerò a farlo, impegnandomi a risolvere le questioni in sospeso con coloro a cui sono debitore.

Leonardo Ugolini

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