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L'inganno del Pnnr. Ecco il perché del no al Franchi

Una lettura di come è andata la vicenda

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La pianta dell'area Campo di Marte La pianta dell'area Campo di Marte © Arup
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Dopo la clamorosa (per chi non aveva studiato bene le carte) bocciatura dello stadio Franchi escluso col suo oneroso restyling dai fondi Pnnr si è detto e scritto di tutto su una vicenda che talvolta rasenta il grottesco.
Sula preda ferita spesso si aggirano gli sciacalli e così è stato anche per il sindaco Dario Nardella convintissimo di portare a casa i fondi Pnrr per la "rigenerazione urbana"

Purtroppo però non è la prima volta che sulla vicenda stadio Nardella prende abbagli e qui è doverosa un po' di cronistoria.
Dopo l'inizio del secondo mandato il Sindaco rieletto era così convinto di portare a casa il nuovo stadio nell'area Mercafir da indire una gara pubblica costruita "su misura" per Rocco Commisso e annunciò che le prime partite nel nuovo stadio si sarebbero svolte nel settembre 2023 (vedi qui)
Era ottobre del 2019 e fra la proprietà della Fiorentina e l'amministrazione era luna di miele. Qualcosa si ruppe pochi mesi dopo quando Rocco Commisso annunciò che non avrebbe partecipato a quel bando facendo di fatto cadere l'ipotesi stadio Mercafir (articolo qui).

Nello stesso periodo (marzo 2020) si fece prepotentemente avanti Campi Bisenzio con l'ipotesi nuovo stadio di Firenze fuori Firenze.
Una scelta che piaceva poco in città e che rappresentava per Nardella una sconfitta e una vittoria per Emiliano Fossi. Voci autorevoli raccontano che l'affare era già fatto, ma la politica Dem nazionale che all'epoca vedeva Nardella molto più forte di Fossi pose un freno.

E si arrivò poi, dopo aver fatto il giro di Firenze e provincia, a tornare al Franchi e a capire che solo un restyling del vecchio stadio era la soluzione.
Arrivò il concorso pubblico e l'aggiudicazione (siamo a marzo 2022) che vide fra gli 8 progetti proposti vincere lo studio Arup anche perché come annunciato da Filippo Minora, senior architect di Arup Italia permetteva alla Fiorentina di giocare durante i lavori, "magari con capienza limitata". (leggi qui).
Salvo poi scoprire per bocca dello stesso Nardella il 23 marzo 2023 all'indomani del suo ultimo rimpasto di Giunta che la Fiorentina giocherà per 2 anni lontana da Firenze! (articolo qui).

Una breve cronistoria che forse spiega l'accanimento odierno dopo la bocciatura dell'Europa per i fondi Pnrr di nemici ed ex amici.
Il presidente del Napoli De Laurentis che definisce Nardella "nemico del calcio", Matteo Renzi che dimenticandosi le promesse e i sogni fatti quando era lui sindaco con tanto di plastici di nuovi stadi esposti anche in Palazzo Vecchio detta la sua soluzione dicendo "giù le curve e procediamo" salvo poi essere smentito in questa sua veemenza nel giro di sole 24 ore dalla Sovrintendente che ha  prontamente sottolineato che anche le curve siano monumento nazionale.

Ma tutte notizie e notiziole che distraggono e confondono dal vero tema.
Chi e perché ha fatto l'errore macroscopico di inserire il Franchi nell’ambito degli investimenti Pnrr per la rigenerazione urbana e non in quelli per la promozione e diffusione della patica sportiva?
Forse quella poteva essere la strada giusta?

In questo ci viene in aiuto un interessante articolo di Openpolis che spiega a chi e perché sono andati i fondi pnnr per lo sport.

La promozione e la diffusione della pratica sportiva, a tutti i livelli, può generare potenzialmente effetti benefici per tutti con alleggerimento per il sistema sanitario.
È per questo motivo che nel piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono previsti diversi interventi che, in varia misura, puntano a incentivare lo sport in Italia.
Uno specifico investimento in particolare è stato affidato alla responsabilità del dipartimento dello sport della presidenza del consiglio dei ministri.
Il cronoprogramma del piano prevedeva che queste risorse fossero assegnate entro il primo trimestre del 2023. Operazione che è stata portata a compimento con due decreti ministeriali. 

Gli interventi che puntano espressamente a favorire la pratica sportiva, anche con finalità di inclusione sociale, sono essenzialmente due. Il primo investimento è di competenza del ministero dell’istruzione e riguarda la costruzione di nuove palestre scolastiche o il potenziamento degli impianti esistenti.

Il secondo invece è di competenza del dipartimento per lo sport. Questa misura punta a incrementare l’inclusione e l’integrazione sociale attraverso la realizzazione o la rigenerazione di impianti sportivi che favoriscano anche il recupero di aree urbane.
In particolare i progetti, per poter rientrare negli investimenti finanziati dal piano, dovevano sostenere:

  • la costruzione e la rigenerazione di impianti sportivi situati in zone svantaggiate, comprese le periferie metropolitane;
  • la distribuzione di attrezzature sportive nelle zone svantaggiate;
  • il completamento e l’adeguamento degli impianti sportivi esistenti (recupero funzionale, manutenzione straordinaria, rimozione delle barriere architettoniche, efficienza energetica).

Detto questo, occorre osservare che alcuni interventi per lo sport possono essere finanziati anche nell’ambito di altre misure del Pnrr.
Casi di questo tipo hanno riguardato la riqualificazione dello stadio Artemio Franchi di Firenze e del bosco dello sport di Venezia.
Interventi finanziabili con fondi dedicati alla rigenerazione urbana, nell’ambito dei piani urbani integrati. 
I dubbi qui erano sull’opportunità di finanziare interventi su grandi impianti sportivi con fondi che dovrebbero servire per recuperare aree urbane degradate, anche a fini di integrazione sociale e abbiamo visto com'è andata a finire...

Un aspetto che evidentemente ha ingannato anche i professionisti incaricati dal comune di Firenze.

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