Matteo. Traversata atlantica per il giovane socio del Circolo Nautico Mugello © n.c.
Volentieri OK!Mugello rilancia la bella notizia pubblicata dal Circolo Nautico Mugello (Cnm) che riguarda la traversata atlantica in corso da parte di Matteo Ichino, giovane socio del Cnm:
Traversata atlantica 2017-2018 compiuta da Matteo Ichino, giovane socio CNM, ecco il suo racconto ... Partenza: 19 dicembre da 'la Restinga - el hierro - canarie' Arrivo: 9 gennaio a 'Marie Galante - Guadeloupe' Barca: Cirrus, un brise de mer 31, scafo in alluminio del 1977 Capitani: Gaspar e Rocio, miei amici di quando ho studiato in Inghilterra. Lei Basca, lui belga. Hanno comprato la barca un anno e mezzo fa. Ci hanno vissuto sopra per risparmiare, mentre lavoravano come architetti navali, e questa traversata era il primo tratto di giro del mondo, che completeranno nei prossimi anni. La loro prossima navigazione sarà verso la Colombia, nelle prossime settimane. Equipaggio: io, e Thomas. Un altro amico ed ex coinquilino. Insomma, un equipaggio affiatato e desideroso di avventura!! La partenza: prima di dirigere la prua ad ovest abbiamo passato qualche giorno a 'la palma' e a 'el hierro', le due isole più occidentali dell'arcipelago delle Canarie. Colate laviche, piantagioni di banane e avocado, sole, alisei. La traversata, in sé, è stata veloce. Poco più di 19 giorni. Non c'è neanche stato tempo di annoiarsi, fra turni, pesca, cambi di vele, slalom fra le nuvole di pioggia, planate sulle onde. In generale abbiamo sempre tenuto 2-3 mani di terzaroli e fiocco ridotto, tangonato a farfalla. Abbiamo anche provato per qualche giorno ad andare con fiocchi gemelli, come insegna Moitissier, ma la barca non era predisposta per questo assetto quindi non ci siamo trovati benissimo. Intorno a capodanno abbiamo anche avuto due giorni che vento leggero, in cui siamo riusciti a dare tutta randa e spi. Comunque navigazione sempre magnifica, veloce. Purtroppo dopo la prima settimana si è rotto il timone a vento, colpa delle onde e di una vecchia riparazione. Da quel momento abbiamo dovuto sempre timonare a mano, ma questo ha anche voluto dire che potevamo tenere più vela e andare più veloci. Infatti la seconda metà di traversata è durata un giorno meno che la prima metà. Impressioni: le onde sono più corte di quanto pensassi, con 20-25 nodi non è raro i contrarie anche onde frangenti. Anche le direzioni erano varie: la maggior parte da è, come l'aliseo, ma qualche grande onda anche da sud est. L'equipaggio è importante: in quattro, affiatati e esperti, siamo riusciti ad andare svelti e in sicurezza. Sempre legati anche in pozzetto se eravamo fuori da soli. Anche la routine è importante: turni regolari, check dell'attrezzatura tutti i giorni, controllo meteo, posizione con il sestante. Tutti modi per tenersi impegnati e concentrati. Apprezzare le piccole cose: una barca così piccola, un ecosistema che va avanti solo perché 4 amici lo tengono in rotta. È bisogna prenotarsi ogni volta che si può: il brindisi dalle prime 1000 miglia, Natale, capodanno, il primo pesce pescato etc etc. L'arrivo ai Caraibi è stato emozionante. Abbiamo avvistato il faro de 'la desirade' appena prima dell'alba, e poi abbiamo fatto rotta su Marie Galante, un'isola poco turistica dove gran parte della popolazione lavora nella coltivazione di canna da zucchero e nella distillazione di rum. Un posto tranquillo dove arrivare, ottimo per riprendersi dalla fatica della traversata https://sailsupandgo.wordpress.com/ https://www.facebook.com/sailsupandgo/


