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Premio Letterario Nazionale Dino Campana. I testi delle poesie vincitrici

Dal 2024 il concorso si arricchirà di una sezione internazionale.

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la sede del  Premio Campana la sede del Premio Campana © NN
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MARRADI - Lo scorso sabato 16 settembre, nel suggestivo chiostro dell'Osservanza di Brisighella, si è svolta la premiazione della X edizione del Premio Letterario Nazionale Dino Campana.  La giuria, presieduta da Rodolfo Ridolfi, ha assegnato il primo premio a Giancarlo Guani per la sua opera Ultimo Straccio di luce. Al secondo posto si è classificato Luciano Giovannini con Fango, mentre al terzo posto si è classificato Federico Del Monaco con Il matto è tornato. Il Premio Emilio Betti per la poesia più musicale è andato ad Alessia Tarantino per la sua lirica Dama Antica. In questa occasione, Rodolfo Ridolfi, presidente del Premio, ha annunciato che dal 2024 il concorso si arricchirà di una sezione internazionale. Si seguito, pubblichiamo i testo delle prime tre poesie classificate.

 

L’ultimo straccio di luce
Quasi appisolato sul divano
le labbra inumidite con l’ultimo ‘goto’ di vino. Davanti il foulard della sera avvolge la collina. La vedo sorniona la prua della luna 
in agguato per il cambio con il sole.
Poi ecco l’ultimo straccio di luce
randagio e vagabondo.
Lo vedo scendere 
sgattaiolare e abbracciare uno spicchio di vento assieme sfiorare i tetti amaranto.
Lo vedo lì sul balcone
pitturare con un baffo di rosa il mio tramonto. Un taglio di luce
che entra
mi accarezza le guance
mi sfiora le palpebre
mi appisola gli occhi
acquarella il mio tramonto.
Randagio è arrivato
anche se lo aspettavo in un altro momento questo soffio di vento.

Fango
Alle vittime dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, le Marche e la Toscana (maggio 2023)
Ha il colore del fango
questo giorno di maggio
e di lacrime fosche 
come un cielo autunnale.
È un mare improvviso
quello che vedi avanzare senza spiagge dorate
né canne protese
verso il sorger del sole.
Intorno solo scrosci di pianto, lamine dense
che ti scavano dentro,
come un dolore,
come un lamento.
Ritorneremo
e saremo le spighe di grano di questa immensa pianura. Ritorneremo 
e non avremo paura.
Ritorneremo
come ombra sui vetri
che si affaccia discreta
o attraverso la penna tremante di un vecchio poeta.

 

IL MATTO È TORNATO 
Scende il silenzio e copre opprimente

frammenti dei sogni di questo presente 
un’eco lontana, risuona scortese: 
il matto è tornato, è di nuovo in paese. 
E invece è un ragazzo, di certo imperfetto

sarà un gran poeta, è già maledetto 
rifugge la pace e rifiuta la guerra 
e vola su un sogno da vivere a terra.
È già in questo istante, è fermo e pensoso

che senta quel successo che verrà luminoso?

No, forse avverte il gelido responso della sorte 
che tocca a chi famoso diverrà dopo la morte. 
- Dino Campana! - son voci che senti
il tono di scherno non fa complimenti

ignora, ragazzo, chi non ti comprende 
opponiti con arte e cuor che non si svende.

Andrà male, vita di dolor scintilla 
poche luci vere, la passione per Sibilla

le rose, le vele, l’azzurro e l’argento
i canti di Orfeo e un fuoco mai spento.

Questo sarà, è un peccato, lo ammetto

se da ragazzo avessi avuto più affetto…

e invece quell’eco risuona scortese
ricorda che il matto è tornato in paese.

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