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Vandalizzata a Firenze la targa dedicata a Norma Cossetto, l’unione degli istriani chiede una condanna istituzionale

Giannelli ha evidenziato come atti di questo tipo non abbiano l’effetto di intimidire o scoraggiare l’impegno...

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Giannelli Giannelli © Giampaolo GIannelli - Ufficio stampa
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Nuovo episodio di vandalismo a Firenze ai danni della targa commemorativa dedicata a Norma Cossetto, collocata nel parco di Sorgane in memoria della giovane studentessa istriana, medaglia d’oro al valor civile e simbolo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. L’atto è avvenuto nella notte di Natale e ha suscitato la ferma reazione dell’Unione degli Istriani, che ha denunciato pubblicamente quanto accaduto.

Secondo quanto riferito, la targa sarebbe stata divelta, gettata a terra e imbrattata con terra. Un gesto definito grave e offensivo nei confronti della memoria storica e del significato civile del monumento. A intervenire è stato Giampaolo Giannelli, coordinatore per la Toscana dell’Unione degli Istriani, che ha espresso una netta condanna dell’accaduto, sottolineando come si tratti dell’ennesimo episodio ai danni di un luogo simbolico.

Giannelli ha evidenziato come atti di questo tipo non abbiano l’effetto di intimidire o scoraggiare l’impegno dell’associazione, ma al contrario rafforzino la determinazione a proseguire nel lavoro di memoria e sensibilizzazione, soprattutto in vista del Giorno del Ricordo del 10 febbraio 2026. L’Unione degli Istriani ribadisce la volontà di mantenere alta l’attenzione pubblica sul tema delle foibe e dell’esodo, considerati parte integrante della storia nazionale.

Nel suo intervento, il coordinatore regionale ha inoltre rivolto un appello diretto alle istituzioni locali e nazionali, chiedendo una ferma e chiara condanna dell’atto vandalico, oltre a un rafforzamento delle misure di vigilanza nell’area del parco di Sorgane. L’obiettivo dichiarato è garantire il rispetto della targa e del suo valore simbolico, evitando il ripetersi di simili episodi.

L’Unione degli Istriani sottolinea come la tutela dei luoghi della memoria rappresenti un dovere civile e democratico, indipendente da appartenenze politiche o ideologiche. La vicenda riapre il dibattito sulla necessità di preservare e proteggere i simboli dedicati alle vittime delle tragedie del Novecento, affinché il ricordo possa essere trasmesso alle nuove generazioni in un clima di rispetto e consapevolezza storica.

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