
L'11 giugno 2025, alle ore 16, si terrà a Firenze, presso "La Tenda per la Palestina" in Piazza Duomo n.10, una conferenza stampa per presentare una lettera aperta indirizzata al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. L'iniziativa, promossa da Sanitari per Gaza, Assopace Palestina e Firenze per la Palestina, con il supporto di forze politiche come Sinistra Progetto Comune ed Ecolo’-AVS, intende sollevare forti perplessità sulla presenza del Console di Israele alla presidenza della Fondazione Meyer.
Il documento contesta la nomina del Console, rappresentante di un governo attualmente sotto inchiesta da parte della Corte Internazionale di Giustizia per il presunto crimine di genocidio, e oggetto di un mandato di cattura da parte della Corte Penale Internazionale nei confronti del primo ministro Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della difesa Yoav Gallant. Le accuse fanno riferimento alla risposta militare israeliana agli eventi del 7 ottobre 2023, definita da numerose fonti internazionali come sproporzionata e devastante per la popolazione civile palestinese.
Secondo i promotori, la nomina del Console contraddice apertamente il codice etico della Fondazione Meyer, che sancisce l’inammissibilità di legami con soggetti implicati in violazioni dei diritti umani. Viene inoltre evidenziato un apparente “doppio standard”, paragonando la destituzione del console russo da parte del presidente Giani a fronte del mantenimento del Console di Israele in un ruolo di alta rappresentanza pubblica.
La conferenza vedrà gli interventi di vari rappresentanti politici e istituzionali, tra cui Dmitrij Palagi, Caterina Arciprete, Vincenzo Pizzolo, Irene Galletti, Giuseppe Carovani e delegati della CGIL. I relatori ribadiranno l’importanza di una coerenza etica nell’amministrazione degli enti pubblici e la necessità di difendere i principi umanitari, in particolare alla luce dell’impegno storico della Regione Toscana a favore della causa palestinese.
L'appello finale è chiaro: se l’attuale presidente della Fondazione Meyer, Marco Carrai, non intende rinunciare alla carica diplomatica israeliana, si chiede che venga sostituito con una figura di comprovata integrità morale e professionale, capace di rappresentare l’universalità dei valori umanitari su cui si fonda il Meyer.