Fine vita, Fantozzi e Capecchi (FdI): “Impugnazione del Governo prevedibile. La Regione ha forzato la mano per motivi politici”

Fantozzi e capecchi © lvdp

“L’impugnazione della legge toscana sul fine vita da parte del Consiglio dei Ministri era prevedibile: fin dall’inizio avevamo sollevato la questione della sua incostituzionalità.” A dichiararlo sono il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale della Toscana Vittorio Fantozzi e il consigliere Alessandro Capecchi, che commentano con fermezza la decisione del Governo Meloni di impugnare la norma regionale approvata a marzo.

“L’impugnazione è una facoltà prevista e se il Governo si è mosso in questa direzione significa che sussistono reali e fondati motivi giuridici – affermano i due esponenti di Fratelli d’Italia –. Il suicidio assistito non è materia di competenza regionale, ma rientra tra le prerogative legislative esclusive dello Stato. Spetterà ora alla Corte Costituzionale pronunciarsi in merito.”

Secondo Fantozzi e Capecchi, la Regione Toscana avrebbe agito con una forzatura politica, cercando di accontentare l’ala più progressista della propria maggioranza. “La legge – spiegano – è stata pensata più come operazione di bandiera che come reale strumento normativo, senza tenere conto del delicato equilibrio costituzionale. Inoltre, la sua applicazione solleva seri dubbi sul principio di uguaglianza, dal momento che non è chiaro a chi potrà realmente essere garantito il diritto previsto dalla norma.”

I consiglieri sottolineano anche la gravità dell’utilizzo strumentale di un tema così sensibile, che tocca la sfera etica e sociale, come merce per equilibri interni di partito: “Ridurre una questione così complessa a strumento di propaganda – affermano – è profondamente irrispettoso nei confronti di chi soffre. Noi continueremo a difendere il valore della vita e a contrastare derive normative dettate più da esigenze politiche che da reale spirito legislativo.”

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