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Via il prosciutto dagli occhi davanti alla tragedia dell'Ucraina e non solo...

Migliaia a Milano in piazza e in altre città itaiane contro la guerra in Ucraina.

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Tutto giusto e tutto lecito per condannare senza se e senza ma un'invasione insensata.
Ma dov'erano però le stesse persone quando l'Ucraina bombardava il Dombass russofono procurando oltre 14.000 morti?

La guerra fraticida fra ucraini e russi va avanti da otto anni nell'indifferenza dell'opinione pubblica mondiale che fa come le tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. Ma armo i due contendenti...

Per meglio inquadrare lo status quo attuale situazione bisogna risalire al 1991 quando, in seguito alla dissoluzione dell'Unione Sovietica l'Ucraina nasce come Stato indipendente ma sperimenta fin da subito una crescente instabilità, soprattutto a causa della contrapposizione tra i fautori dell'avvicinamento tutti 'Unione Europea e all'Occidente ei sostenitori del legame storico con la Russia.

Una contrapposizione che si fa evidente sotto la presidenza di Viktor Yanukovych che fa virare l'Ucraina decisamente verso l'influenza russa al punto che nel 2013 si rifuta di firmare l’accordo di associazione e libero scambio con l’Unione Europea. Si scatenano così proteste di piazza importanti in cui sono anche nazionalisti filo-occidentali alcuni dei quali anche neonazisti che infiammano il Paese, fanno un centinaio di morti e si concludono, tre mesi più tardi, con la fuga di Yanukovych.

Un mese dopo, siamo a marzo 2014 l'Ucraina perde la Crimea a maggioranza russofona a seguito di un referendum considerato illegale da Kiev ma di fatto la penisola torna sotto la sfera d'influenza di Mosca a seguito dell'occupazione militare russa avvenuta da soldati senza mostrine detti "omini verdi" come reazione all'esautoramento di Yanukovych da parte del parlamento ucraino.

E' l'inizio di una reazione a catena che non si è mai fermata. La regione del Dombass, nell’Est del Paese segue a ruota l’esempio della Crimea, scatenando una guerra civile nelle province di Donetsk e Lugansk che si autoproclamano indipendenti e vengono di fatto invase dai russi che vanno in soccorso ai connazionali fra il 22 e il 25 agosto 2014 con reparti d'artiglieria e un convoglio umanitario.
L'Ucraina urlò al mondo la violazione della propia sovranità nazionale e quella che di fatto era un'invasione ma nessuno ascoltò anche perchè nel frattempo gli ultra nazionalisti erano impegnati in un massacro passato sotto traccia dato che per fermare i ribelli russofoni delle due regioni orientali, rei di pregare nella loro lingua, gli ucraini non si fermarono davanti a donne e bambini.

Nel febbraio 2015, con l’accordo detto Minsk II arrivò un cessate il fuoco mai del tutto rispettato dalle parti, con la conseguenza che il conflitto è proseguito di fatto, ininterrottamente fino a oggi nell'indifferenza dell'Europa che oggi si sorprende e si allarma per una guerra alle porte di casa.

L'Europa oggi scopre una guerra che dal 2014 ha fatto, secondo l'alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, oltre 14.000 vittime stimate e un milione di sfollati e si precipita a cancellare finale di Champions Leauge e Gran Premio di Formula Uno quanddo nel 2017 ha fatto regolarmente giocare la finale della stessa Champions Leauge a Kiev...

L'Europa e il resto del mondo dimenticano però, solo per limitarsi al 2022 le guerre in corso e dimenticate disseminate nel mondo. Non c'è solo l'Ucraina purtroppo, ma oltre 900 conflitti in corso nel momento in cui scrivo.

Bombe, morti e sfollati ad ogni latitudine e longitudine. Basta vedere il portale "guerre nel mondo" per sfogliare il triste elenco di 70 nazioni in guerra per un totale di 869 guerre e guerriglie (milizie, guerriglieri, gruppi terroristici-separatisti-anarchici) e nel dettaglio:
Africa: 31 stati e 291 guerre e guerriglie
Asia: 16 stati e 194 guerre e guerriglie
Medio Oriente: 7 stati e 266 guerre e guerriglie
Europa: 9 stati e 83 guerre e guerriglie
Americhe: 7 stati e 35 tra cartelli della droga, guerre e guerriglie

a cui si aggiungono  47 territori che cercano l'indipendenza , in modo più o meno pacifico, in particolare: 20 in Asia; 10 in Africa; 13 in Europa; 2 in Medio Oriente; 2 in Oceania.

Nadia Fondelli

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